Se l’economia italiana tornasse a crescere, anche col debito così alto, “lo spread si abbasserebbe ulteriormente” e si ridurrebbe il rapporto debito-pil. Così il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, intervistato dal quotidiano La Repubblica sottolinea che “cruciale è la capacità di crescere, che a sua volta dipende dalle riforme che si fanno”.
Visco sottolinea inoltre la necessità di “favorire gli investimenti”, e “un piano per la crescita”, mentre nota che per fare tutte queste cose “c’è poco tempo per accettare un disegno complessivo” e “avere una visione europea comune”.
“La continua discesa del tasso d’inflazione ha convinto dei rischi anche coloro che in passato erano rimasti scettici, non solo all’interno della Bce ma anche tra gli analisti privati”, aggiunge Visco. “In buona parte dipende dalla discesa dei prezzi dell’energia, è vero. Ma è divenuto evidente il rischio che le aspettative d’inflazione cedessero, in risposta soprattutto alla debolezza dell’economia reale. Le stime ricavabili dagli strumenti finanziari suggeriscono che l’inflazione risalirà su livelli vicini al 2% solo in un orizzonte di sette o otto anni”.
Secondo il governatore “bisogna tenere conto che la debolezza della domanda non riguarda solo i Paesi più coinvolti nella crisi, ma è diffusa. Colpisce la Francia, la Germania stessa mostra difficoltà. Le previsioni di inflazione per il 2014 pubblicate dalla Bce a dicembre scorso indicavano per l’area dell’euro un valore dell’1,1%. A giugno il dato era sceso a 0,7%. Ora le previsioni aggiornate dicono 0,6%, sempre per il 2014. Questa tendenza va contrastata”.