Non sappiamo se siamo davanti a una svolta epocale del tennis mondiale. Fatto sta che sul prestigioso scenario di Flushing Meadows in finale non ci sarà nessuno dei favoriti della vigilia. Il numero uno Djokovic è stato eliminato da Nishikori e non è andata meglio a Federer che dopo la strepitosa rimonta su Gael Monfils cede di schianto di fronte ai colpi di martello del croato Marin Cilic. Nessuno dei due, alla vigilia, veniva indicato come possibile finalista.
L’esito del torneo è incerto (entrambi sono in grande forma) ma il problema principale sarà quello di confermarsi in futuro. Intanto si prospetta un bel balzo in classifica per entrambi, a partire da lunedì.
Novak Djokovic esce sconfitto dal confronto in semifinale contro l’ottimo Kei Nishikori con il risultato di 6-4 1-6 7-6 6-3 agli US Open di New York. Il giapponese ha saputo tenere testa al numero uno dell’ATP in quasi tre ore di incontro dimostrando tenacia e grande freschezza atletica.
Nishikori chiude il primo set sul 6-4 riuscendo a far proprio il primo set point con un servizio vincente sulla risposta dell’avversario. Nel secondo set Djokovic si riporta in parità con un netto 6-1 grazie ai due servizi strappati al giapponese. Ben diverso l’approccio del tennista serbo rispetto a quanto fatto vedere nel primo set, ma è solamente un fuoco di paglia.
Il terzo round dell’incontro viene deciso al tiebreak dopo un avvincente 6-6. In chiusura Nishikori approfitta di un’incomprensibile leggerezza dell’avversario che considera lungo un proprio colpo che alla fine termina in campo. Il giapponese si porta sul meritato 3-1, che nel set successivo diventa 4-1 grazie ad un 6-3 nel quale Djokovic manifesta per l’ennesima volta di essere incappato in una giornata “no”. Nishikori è il primo tennista giapponese di sempre ad accedere in una finale dello Slam.
Nell’altra semifinale Cilic non ha dato respiro a Federer, imprimendo alla sfida un ritmo impressionante. Dal primo all’ultimo scambio il croato non ha fatto registrare passaggi a vuoto: quando nel terzo set ha subito un break se l’è andato a riprendere nel game successivo. Il dritto è devastante ma stavolta anche il servizio (specie quello al centro battendo da destra) ha mandato lo svizzero in confusione.
Si è capito presto che stavolta la rimonta a Federer non sarebbe riuscita. Anzi, forse lo svizzero ha pagato anche la stanchezza della maratona giocata con Monfils ed è apparso svagato e poco reattivo, troppe stecche con il suo colpo migliore – il rovescio – e l’impotenza di fronte al muro di Cilic che ha risposto profondo quasi sempre e si è tolto lo sfizio di mettere a segno tre aces nel game conclusivo. Il risultato finale non ammette discussioni: un 6-3, 6-4, 6-4 eloquente che comunque non ridimensiona l’eterno Federer.
Delusione azzurra per la sconfitta, nella finale del doppio, di Flavia Pennetta che in coppia con Martina Hingis ha sfiorato una prestigiosa vittoria che sembrava davvero a un passo dopo il primo set, vinto 6 a 2, con grande scioltezza e con una superiorità apparentemente schiacciante. Poi la coppia è calata, soprattutto la Pennetta, e le russe Makarova e Vesnina hanno ribaltato la gara vincendo 6-3 il secondo set e 6 – 2 il terzo.
Flavia Pennetta però può consolarsi: il binomio con la Hingis ha funzionato e può essere replicato. La Hingis è stata una grandissima numero uno del ranking mondiale, la Pennetta in doppio è stata anche numero uno alcuni anni fa e le due, insieme, hanno riscosso la simpatia del pubblico. Potranno rifarsi.