L’ospedale San Carlo di Potenza è nell’occhio del ciclone. Sono sette le persone sospese dopo la diffusione dell’audio in cui un cardiochirurgo dell’azienda ospedaliera, Michele Cavone, svela a un altro medico, Faustivo Saponara, che la morte di una paziente di 71 anni sotto i ferri non sarebbe stata una casualità.
“Io ho un cruccio, ho lasciato ammazzare deliberatamente una persona. Se avessi coraggio dovrei andare ad autodenunciarmi”, dice Cavone. La vicenda in realtà diventa oggetto di una indagine giudiziaria nel febbraio 2014: in Procura arriva una ricostruzione dettagliatissima dell’intervento di sostituzione della valvola cardiaca finito con la morte della paziente. All’inizio dell’intervento, una manovra sbagliata avrebbe spezzato la vena cava. A quel punto il primario Nicola Marraudino avrebbe tentato di fermare l’emorragia senza successo e poi avrebbe deciso di continuare l’operazione, nonostante fosse chiaro che la paziente sarebbe morte.
Cavone racconta a Saponara che secondo lui il primario avrebbe pensato: “Facciamo l’intervento e poi spieghiamo che è morta per una complicanza”. Peccato che il collega lo stesse registrando e che la telefonata sia finita tra le mani del pm Anna Gloria Piccinini, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e falso.
La notizia dopo essere stata diffusa dal sito web basilicata24tv.com, viene ripresa dal Fatto e finisce sotto l’occhio del ministro della Sanità Lorenzin che ordina ai suoi ispettori di capire la situazione del San Carlo. I due medici protagonisti della telefonata sono stati sospesi dal direttore generale Giampiero Maruggi che poi ha sospeso dall’attività chirurgica il primario, due cardiochirurghi, l’anestesista e l’infermiere di sala operatoria.