“Quello che ci serve è un’Organizzazione delle Religioni Unite, un’Onu delle religioni. Sarebbe il modo migliore per contrastare questi terroristi che uccidono in nome della fede, perché la maggioranza delle persone non è come loro, pratica la propria religione senza uccidere nessuno, senza nemmeno pensarci”. È la proposta che l’ex presidente israeliano Shimon Peres ha fatto a Papa Francesco, nel corso del loro recente incontro. A svelare il contenuto del colloquio con il Pontefice è lo stesso Peres, in un’intervista rilasciata a Famiglia Cristiana.
“Penso – dice Peres – che dovrebbe esserci anche una Carta delle Religioni Unite, esattamente come c’è la Carta dell’Onu. La nuova Carta servirebbe a stabilire a nome di tutte le fedi che sgozzare la gente, o compiere eccidi di massa, come vediamo fare in queste settimane, non ha nulla a che vedere con la religione. E’ questo che ho proposto al Papa”.
“Oggi ci confrontiamo – spiega Peres – con centinaia, forse migliaia di movimenti terroristici che pretendono di uccidere in nome di Dio. È una guerra del tutto nuova rispetto a quelle del passato, sia nelle tecniche sia soprattutto nelle motivazioni. Per opporci a questa deriva abbiamo l’Organizzazione delle Nazioni Unite. E’ un organismo politico ma non ha né gli eserciti che avevano le nazioni né la convinzione che producono le religioni. E lo si vede bene: quando l’Onu manda in Medio Oriente dei peace keepers che vengono dalle Isole Fiji o dalle Filippine e questi vengono sequestrati dai terroristi, che può fare il segretario generale dell’Onu? Una bella dichiarazione. Che non ha né la forza né l’efficacia di una qualunque omelia del Papa, che nella sola piazza San Pietro raduna mezzo milione di persone”.
L’ex presidente israeliano l”8 giugno scorso è stato, con il presidente palestinese Abu Mazen e il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, uno dei protagonisti dello storico vertice di preghiera convocato da Papa Francesco nei Giardini Vaticani. Per il vertice del nuovo organismo, Peres vorrebbe proprio Papa Bergoglio: “anche perché – spiega – lui comunque ci ha già provato, invitando Abu Mazen, il patriarca di Costantinopoli e me a pregare in Vaticano”.