Sono trascorsi vent’anni da quel lontano Roma-Foggia del 4 settembre 1994. All’Olimpico i giallorossi di Carlo Mazzone scendono in campo con Cervone in porta, Annoni, Lanna, Thern e Aldair in difesa, Caputo, Moriero e Cappioli a centrocampo, in avanti Totti a supporto del tandem Giannini, Fonseca. Di fronte i rossoneri orfani di Zdenek Zeman, l’uomo dei miracoli, l’uomo di Zemanlandia.
Al 30′ del primo tempo un giovanotto di belle speranze approfitta di una sponda di testa in area avversaria e di sinistro realizza il gol dell’1-0 (la sfida terminò 1-1 con la rete al 22′ di Kolyvanov). I 58.797 presenti esplodono, ha segnato Totti. Romano e romanista, “core de Roma”. È l’inizio di una legenda, di un pezzo di storia del calcio italiano e mondiale.
In realtà la prima gioia in giallorosso arrivò il 21 agosto 1994 durante un’amichevole estiva contro il Valencia, ma pochi se ne ricordano. È Roma-Foggia il “Big Bang” calcistico di Totti, il suo battessimo nel calcio che conta.
Vent’anni dopo poco è cambiato sul campo, con la fascia di capitano c’è sempre lui, il “Pupone”. Con in più uno scudetto, qualche Coppa Italia, un Mondiale e qualche ruga qua e là.
Oggi il calcio italiano celebra un campione assoluto, uno dei più grandi numeri 10 della storia, uno degli ultimi grandi talenti italiani rimasti in circolazione. Il passato della Roma è marchiato a fuoco da Totti, ma c’è da scommettere che così sarà anche in futuro.