L’ansia di chi si deve sottoporre a una visita medica, la speranza di chi sogna di sentirsi chiamare mamma o papà, la preoccupazione per un percorso che si annuncia in salita e che dipende non solo dalla medicina, dal destino, dalla fortuna, ma anche dalla politica. Il disagio di vivere un fatto privato come un evento di rilievo pubblico, con tanto di cronisti pronti a trasformare semplici coppie in “notizia”. C’è tutto questo oggi all’ospedale fiorentino di Careggi, nel primo giorno di visite per le donne che vogliono sottoporsi alla fecondazione eterologa con il ticket.
Otto gli appuntamenti in programma al reparto Maternità per chi vuole iniziare l’iter della fecondazione, ma molte sono le coppie in lista d’attesa. Centottantaquattro le prenotazioni già effettuate, il 75 per cento delle coppie viene da altre parti d’Italia. La Toscana è infatti la prima regione ad avere stilato delle linee guida e in tanti si mettono in viaggio lungo lo Stivale coltivando il sogno di un fiocco rosa o azzurro. Quelli di oggi sono “incontri per aprire la cartella di anamnesi e verificare che vi siano tutti gli elementi per procedere sull’eterologa”, spiegano dall’ospedale.
“Abbiamo solo fatto l’accettazione. Non siamo mai andati all’estero”, racconta all’Ansa uno dei futuri papà. La moglie lo richiama, “andiamo per favore andiamo via”. Imbarazzo, desiderio di riservatezza, per una vicenda privata catapultata nella sfera pubblica alla luce del dibattito delle ultime settimane sull’eterologa.
“Da noi – commenta il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi – il diritto di provare ad avere un figlio è una realtà. Siamo convinti di aver fatto bene a partire sulla fecondazione eterologa, anche perchè la tentazione di rinviare tutto era forte e la nostra iniziativa ha in qualche modo dato una spinta a tutti”. “Applichiamo un ticket da 500 euro per l’omologa – ha aggiunto – ma dato che non c’e’ grande differenza tra le procedure, anche per l’eterologa rimarremo sugli stessi costi. Non sono costi pazzeschi, una influenza costa di più, sono costi sostenibili, che non daranno problemi devastanti per il Servizio sanitario nazionale. Devastante era invece per le famiglie essere umiliate e dover andare all’estero per avere un figlio o non poterlo fare per mancanza di soldi. Mi sembra che le Regioni abbiano dato prova di unità e maturità”.
Le linee guida per l’eterologa intanto hanno avuto il libera, all’unanimità della Conferenza delle Regioni. “Facciamo linee guida per la vita – dice il governatore del Veneto, Luca Zaia – non per la morte e per dare risposta a tutti i cittadini costretti finora a viaggi della speranza all’estero. Le Regioni si sono organizzate davanti a un vuoto legislativo, facendo da apripista”.