Le intercettazioni di Totò Riina continuano a sconvolgere. Il boss della mafia racconta al suo compagno di carcere Alberto Lorusso, capo della Sacra Corona Unita, la notte in cui morì il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, 32 anni fa. “Appena è uscito lui con sua moglie, lo abbiamo seguito a distanza…tun…tun…”.
Riina si porta la mano sinistra davanti la bocca come per indicare “lo abbiamo ucciso”. “Potevo farlo là, per essere più spettacolare nell’albergo, però queste cose a me mi danno fastidio”, dice poi Riina nelle intercettazioni che sono agli atti del processo sulla trattativa Stato-mafia.
Nelle trascrizioni la Dia “traduce” i gesti del capomafia che simula l’atto dello sparare. “Certe volte, certe volte rido con la figlia di Canale 5, questa è appassionata con suo padre”, aggiunge beffardo riferendosi a Rita Dalla Chiesa.
Poi tornando al delitto ricorda: “L’indomani gli ho detto: Pino, Pino vedi di dedicarmi, a dedicarmi ad andare a cercare queste cose che … prepariamo armi, prepariamo tutte cose”. Poi Riina racconta gli ultimi momenti dell’omicidio_ “A primo colpo, a primo colpo – conclude – ci siamo andati noialtri, eravamo qualche sette, otto. Di quelli terribili, eravamo terribili. Nel frattempo lui era morto ma pure che era morto gli abbiamo sparato”.