Inizia “l’autunno caldo” delle tasse sulla casa. Sono diverse le scadenze che da ora fino a metà dicembre terranno sulle spine tutti coloro che occupano un’abitazione. In particolare sono tre le imposte imminenti ovvero la Tasi, la Tari (tassa sui rifiuti) e l’Imu.
Gli italiani oltre a dover pagare saranno costretti a farlo in tempi ridotti perché molte amministrazioni comunali non hanno ancora deliberato le tariffe. Su un totale di 8.057 comuni italiani sono state pubblicate 3.243 delibere Imu, 4.567 delibere Tasi e 2.982 delibere Tari, come emerge dal sito del ministero delle Finanze.
TASI – Nei Comuni che pubblicheranno le delibere Tasi entro il 18 settembre, la prima rata del tributo si verserà entro il 16 ottobre e il saldo entro il 16 dicembre, altrimenti rata unica il 16 dicembre con aliquota base dell’1 per mille. Tra i Comuni ci sono anche quelli che hanno pubblicato le delibera sul sito delle Finanze entro la fine di maggio scorso: per i contribuenti ritardatari resta ovviamente la facoltà di avvalersi del ravvedimento. I cittadini che dovranno pesantemente mettere mano al portafogli saranno quelli residenti nei Comuni che non avranno deliberato la Tasi entro il 18 settembre: al 100% della tassa sui servizi indivisibili si aggiungerà infatti la seconda rata dell’Imu.
IMU– L’Imu continua ad essere pagata per le unità immobiliari diverse dall’abitazione principale e dalle fattispecie ad essa assimilate. Si tratta, tra l’altro, delle seconde case e degli immobili locati. L’aliquota è decisa dal comune nell’ambito dei limiti minimo (4,6 per mille) e massimo (10,6 per mille) di legge. L’aliquota base è il 7,6 per mille. Le scadenze sono rimaste inalterate e cioè il 16 giugno e il 16 dicembre di ogni anno.
TARI– Per pagare la tassa sui rifiuti occorre aspettare la richiesta del Comune. Si verserà in base ai metri quadrati della propria abitazione e in relazione al numero dei residenti che la abitano.