Sigaretta elettronica sì o no? Nociva per la salute proprio come quelle tradizionali o valido strumento per chi spera di abbandonare la nicotina? A pochi giorni dalla presa di posizione dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che suggerisce di vietarne la vendita ai minori e l’uso nei luoghi pubblici chiusi, interviene nel dibattito anche l’Istituto superiore di sanità (Iss).
Secondo il commissario straordinario dell’Istituto, Walter Ricciardi, molti produttori di sigarette elettroniche ”fanno una serie di affermazioni non provate o francamente false inducendo il pubblico a credere che questi prodotti siano innocui (mentre come sottolineato dall’Oms e cominciato a dimostrare anche dall’Iss, non lo sono) e le evidenze scientifiche che le e-cig facciano smettere di fumare sono ancora limitatissime”. E rincara la dose “tutti gli studi di popolazione fino a oggi pubblicati mostrano in modo univoco che i fumatori che usano e-cig abbiano addirittura una minore probabilità di smettere di fumare”.
Mentre nelle città si moltiplicano i negozi dedicati e il fatturato dei produttori di sigarette elettroniche continua a crescere, la comunità scientifica si divide. Contro Oms e Iss si schiera la rivista “Nature”. In un editoriale, il direttore del Consortium for Science, Policy and Outcomes dell’Arizona State University Daniel Sarewitz bolla come “fandonie” gli attacchi alle e-cig. “Considerati i milioni di cittadini che moriranno per fumo nel prossimo futuro – scrive – che senso ha sprecare anni per scoprire i possibili rischi collaterali del vapore della sigaretta elettronica, che sono sicuramente meno gravi del rischio certo del fumo della sigaretta tradizionale, invece di sperimentare subito quella che si prospetta come soluzione ad uno dei più gravi problemi della salute pubblica mondiale?”.
Agli esperti il compito di valutare i risultati dei test, ma nel frattempo un dato c’è: il fumo di sigaretta è la prima causa conosciuta di cancro, il solo tumore del polmone provocato dal tabacco uccide due milioni di persone all’anno nel mondo, di cui 40.000 in Italia.