Si annuncia pieno di ostacoli il percorso della riforma della Giustizia targata Andrea Orlando. Al termine del vertice di maggioranza “sono emerse differenze di approccio”, ha rivelato il guardasigilli.
“È emersa una condivisione sui singoli punti dell’insieme delle cose che porteremo in Consiglio dei Ministri – ha aggiunto Orlando – ma c’è stato però un confronto acceso sulle diverse modalità per affrontare questi punti, un confronto che è stato utile e che ha migliorato alcune delle soluzioni”.
Tutto il lavoro svolto sarà portato alla riunione dei ministri di venerdì 29 agosto: “Una parte riguarda il contrasto alla criminalità economica e il settore civile; l’aspetto ordinamentale del funzionamento della magistratura e una parte riguarda il processo penale. Su tutti questi punti andremo avanti – ha aggiunto – oggi anche con la condivisione che si è rafforzata sull’impianto generale della riforma e con sottolineature che credo debbano essere prese in considerazione e comunque apprezzate adeguatamente nella discussione al Consiglio dei Ministri”.
“È importante che la riforma della giustizia sia complessiva; cioè che a distanza di mesi non si torni su temi su cui i cittadini sentono parlare da vent’anni, senza concluderli mai”, ha detto il responsabile Giustizia di Ncd, Nico D’Ascola, al termine della riunione di maggioranza. “Ci siamo riservati di approfondire alcuni temi”, ha aggiunto D’Ascola, spiegando che si riferisce alla riforma della prescrizione e alle limitazioni che si intendono introdurre in materia di impugnazione delle sentenze.
Secondo le prime indiscrezioni sul testo, la nuova responsabilità civile delle toghe arriverà nel Cdm di venerdì prossimo sotto forma di ddl delega: in caso di malagiustizia il cittadino farà ricorso allo Stato che potrà rivalersi sul magistrato fino al 50% dello stipendio.
“Il nostro obiettivo è dimezzare entro mille giorni l’arretrato del civile e garantire il processo civile in primo grado in un anno anziché tre come oggi”, ha annunciato il premier Matteo Renzi, su Twitter, in vista della riforma della Giustizia in Consiglio dei ministri.
Oggi la giustizia si ferma dal 1′ agosto al 15 settembre. Noi proponiamo il dimezzamento della chiusura estiva dei tribunali: solo 20 giorni
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 27 Agosto 2014