Totò Rina forse incontrò davvero Giulio Andreotti. Ma dal carcere di Opera la voce del boss di cosa nostra parla chiaro: tra lui e il sette sette volte presidente del Consiglio non ci fu nessun bacio. L’intercettazione è stata messa agli atti del processo sulla presunta trattativa Stato-mafia e risale al 29 agosto dell’anno scorso.
Intercettato nel cortile del carcere milanese mentre parla con il boss pugliese Alberto Lorusso, Totò Riina afferma che sì, incontrò Giulio Andreotti, ma diversamente da come raccontato da Balduccio di Maggio (l’autista di Riina), l’incontro avvenne alla presenza della scorta del presidente del Consiglio e i due non si baciarono.
A svelarlo è il quotidiano Repubblica. Andreotti, morto lo scorso anno, fu assolto a Palermo dall’accusa di aver incontrato nell’87 l’allora capo di Cosa nostra. “Balduccio Di Maggio – afferma Riina nell’intercettazione – dice che mi ha accompagnato lui e mi sono baciato con Andreotti. Pa… pa… pa…”. E poi: “Però con la scorta mi sono incontrato con lui”. “Si tenevano nascosti – osserva Lorusso – ed erano fidati, la scorta sua erano fidati”.
E Riina sottolinea: “Questi l’hanno salvato, questi, questi l’hanno salvato e si è salvato per questo. E si salvò”. Infine, Riina fa notare a Lorusso che anche Di Maggio la fece franca: “Balduccio dice che lui si è messo in una stanza ed io sono rimasto con Andreotti. Minchia… ma questo cornuto… minchia figlio di puttana… ce la spuntò, ce l’ha spuntata e se n’è andato assolto”.