Christine Lagarde, direttrice generale del Fondo monetario internazionale (Fmi), è indagata dalla magistratura francese per “negligenza” nell’inchiesta sull’arbitrato tra l’uomo d’affari Bernard Tapie e la banca Crédit Lyonnais.
“Non mi dimetto, torno a lavorare a Washington da questo pomeriggio”, ha dichiarato Lagarde all’agenzia francese France Presse, sottolineando che la decisione di metterla sotto inchiesta sia “senza fondamenti”.
La vicenda riguarda il contenzioso tra Tapie e il Crédit Lyonnais: quello che non torna agli inquirenti è come mai la Lagarde e Stéphane Richard, all’epoca ministro delle Finanze e direttore del suo gabinetto, abbiano deciso di ricorrere a un arbitro privato per risolvere la questione con il “Consortium de réalisation”, la struttura pubblica incaricata di liquidare il passio della banca che era fallita.
L’arbitro condanno lo Stato francese a pagare a Tapie un risarcimento a 285 milioni di euro, che con gli interessi è salito a 403 milioni. Adesso lo Stato si costituisce parte civile ma allora nessuno del governo Sarkozy pensò di fare ricorso, pagando l’ingente somma all’uomo d’affari.