Nuova tragedia nel Mediterraneo: gli uomini della Marina Militare impegnati nell’operazione Mare Nostrum hanno recuperato a sud di Lampedusa i cadaveri di 18 migranti, tutti uomini, che erano a bordo di un gommone.
Il gommone era stato avvistato nel corso della notte da nave Sirio, che si è diretta nella zona per prestare i soccorsi. L’imbarcazione era in balia del mare, probabilmente a causa di un problema al motore. Quando gli uomini della Marina l’hanno raggiunta, hanno tratto in salvo 73 migranti e scoperto che a bordo c’erano anche 18 cadaveri.
L’ennesimo naufragio è avvenuto a 120 miglia a sud di Lampedusa, ad una cinquantina di miglia dalle coste della Libia. I sopravvissuti, provenienti da Mali e Senegal, hanno detto di esser partiti un paio di giorni fa ma di non sapere da dove: molti di loro erano provati e sono stati immediatamente assistiti dal personale di nave Sirio.
Il gommone, racconta il comandante della nave, il capitano di fregata Marco Bilardi, è stato avvistato nel pomeriggio di ieri da un elicottero: dal velivolo hanno visto immediatamente che l’imbarcazione stava per affondare e che alcuni migranti erano già in acqua. Sono dunque state lanciate delle zattere di salvataggio a cui si sono aggrappati diversi migranti, in attesa che sopraggiungesse a tutta velocità nave Sirio.
Quando la nave è arrivata, 73 naufraghi sono stati tratti in salvo, mentre altri 18 erano già morti. “È possibile che vi siano dei dispersi – spiega il comandante – i migranti hanno raccontato che erano 99 a bordo del gommone ma noi siamo rimasti in zona per tutta la notte, assieme a delle unità mercantili dirottate sul posto, ma purtroppo non abbiamo trovato nessun altro”.
Soltanto sabato l’emergenza immigrazione ha fatto altre venti vittime, nelle acque libiche di fronte a Tripoli. La guardia costiera libica aveva già precisato ieri di avere salvato 16 persone, che si erano imbarcate verso le tre del mattino da Guarakouzi, ma subito dopo la loro imbarcazione si era rovesciata in mare. Tra i migranti a bordo, somali ed eritrei. Si teme che a perdere la vita siano stati in 250.
Sono oltre 3.500 le uomini, le donne e i bambini salvati da venerdì nel canale di Sicilia dai mezzi della Marina Militare, della Guardia Costiera e dalle imbarcazioni civili. L’ultimo intervento si è concluso poco fa con 215 migranti, tra cui 55 donne e 38 minori, salvati e trasportati a bordo di nave Fenice.
Intanto è arrivata nel porto di Reggio Calabria la nave militare Virginio Fasan con a bordo 1.373 immigrati, tra cui anche il cadavere di un eritreo che è stato trovato già morto su un barcone sul quale viaggiava insieme ad un gruppo di connazionali. Il gruppo di immigrati è composto da 1.014 uomini, 200 donne e 159 minori. Ad accogliere gli immigrati il servizio di primo soccorso e assistenza predisposto dalla Prefettura di Reggio Calabria con la partecipazione dei rappresentanti degli enti locali e delle organizzazioni sanitarie e di volontariato già intervenute in occasione degli altri sbarchi avvenuti nelle ultime settimane. Secondo il piano che è stato predisposto, 1.173 immigrati verranno condotti in altre regioni, mentre duecento saranno ospitati in due strutture messe a disposizione dal Comune di Reggio Calabria.