Tragedia nel Catanese. Un uomo di 47 anni, Roberto Russo, ha accoltellato la notte scorsa due delle sue figlie, di 14 e 12 anni, mentre dormivano nella loro casa a San Giovanni La Punta. La più piccola, Laura, è morta. L’uomo ha tentato il suicidio.
In casa al momento dell’aggressione non era presente la moglie dell’uomo, una donna di 43 anni, ma il figlio ventiduenne della coppia, Andrea, è intervenuto insieme a un altro fratello per difendere le sorelle bloccando il genitore e chiedendo aiuto. Il 47enne ha una profonda ferita all’addome, per un tentativo di suicidio. Marika, la quattordicenne, è viva ma in gravissime condizioni.
“Ieri sera ho visto mio marito, ero tornata a casa per salutare i ragazzi ed era tranquillo”. La moglie di Russo è rimasta incredula e sotto choc quando ha saputo della tragedia, che, anche per lei “era inimmaginabile”. La stessa “sorpresa” è stata espressa dai due figli maschi, di 17 e 22 anni, che hanno disarmato il padre, aiutati da un fratello di Russo che vive nello stesso stabile
Sconosciuto, per il momento, il movente del gesto. L’uomo da due anni era ufficialmente senza lavoro, dopo essere stato licenziato, per problemi economici, da un’azienda che lavorava per la grande distribuzione. Viveva facendo il venditore ambulante. Da tempo era entrato in crisi con la moglie, che recentemente si era trasferita in casa dei suoi genitori. Potrebbero essere questi i motivi che hanno portato al folle gesto, avvenuto poco dopo le 7 di stamattina. “Gente si sbatte per avere un lavoro e gente che dorme tanto il suo futuro è già assicurato”. È l’ultimo post sul suo profilo di Facebook postato da Russo risale al 22 luglio scorso ed è accompagnato da una foto con disoccupati davanti a un fuoco e di politici che dormono sugli scranni delle Camere.
In un messaggio lasciato alla famiglia, “blindato” da magistratura e carabinieri, secondo quanto si apprende, l’uomo chiede scusa alla famiglia spiegando il gesto con la fragilità psicologica che stava vivendo. Non ci sono richiami a episodi analoghi, escluso quindi che sia stato un caso di emulazione.
Marika adesso si trova in gravissime condizioni nell’ospedale Garibaldi di Catania. L’intervento chirurgico si è concluso e tecnicamente è riuscito. La 14enne ha avuto recisa l’aorta mammaria e perduto poco meno di tre litri di sangue. Dopo l’operazione è stata trasferita nel reparto di rianimazione dell’ospedale Garibaldi centro, dove rimane ricoverata con la prognosi riservata. I medici ritengono importante il decorso delle prossime 24-48 ore per verificare la capacità di recupero dei valori vitali della piccola paziente.
Il padre invece è ricoverato nell’ospedale Cannizzaro (anche lui sotto i ferri, piantonato dai carabinieri), dove è stata portata anche la piccola Laura, morta poco dopo il ricovero. Anche il figlio Andrea si è ferito durante la colluttazione per fermare la furia omicida del padre.
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Che folli questi siculi