Spesso basta una frase, una parola, per scatenare una discussione. Se poi a parlare è un famoso biologo, che affronta con un cinguettio temi come l’aborto e la diagnosi prenatale, ecco che il confronto diventa polemica e coinvolge uomini e donne di tutto il mondo.
In queste ore l’account nell’occhio del ciclone è quello del biologo britannico Richard Dawkins. Una donna lo ha contattato definendo “un dilemma” il fatto di portare in grembo un bambino affetto dalla sindrome di Down e Dawkins ha risposto con un lapidario: “Abortisci e ritenta. Sarebbe immorale metterlo al mondo, visto che hai la possibilità di evitarlo”.
@InYourFaceNYer Abort it and try again. It would be immoral to bring it into the world if you have the choice.
— Richard Dawkins (@RichardDawkins) 20 Agosto 2014
Immediate le polemiche. Dawkins, che ha oltre un milione di follower, è stato travolto di tweet. Nel dibattito è intervenuta anche l’Associazione Sindrome di Down britannica (Dsa) sottolineando che anche i bambini affetti dalla malattia “hanno il diritto di vivere”.
Dawkins, per nulla intimorito, ha replicato puntualmente. “Quindi – si legge sul suo account – io sarei un orrido mostro solo per aver consigliato di fare ciò che accade realmente alla maggior parte dei feti affetti dalla Sindrome di Down. E cioè: vengono abortiti”.
Qualche ora dopo ecco comparire sul sito internet dello studioso un lungo post in cui, dopo avere spiegato in cosa consiste la sindrome di Down da un punto di vista strettamente clinico, chiarisce “quello che avrebbe voluto dire in più di 140 caratteri”. “Ovviamente – precisa – la scelta è vostra e non mi sono mai sognato di imporre il mio punto di vista. Io, è la mia opinione personale, procederei con l’aborto”. E chiarisce che mettere al mondo un bimbo affetto dalla sindrome di Down “è immorale dal punto di vista del benessere del bambino stesso”.