L’uccisione di una ragazzina di 12 anni da colpita a morte dal padre, avvenuta stamane nel catanese, è solo l’ultima di un lungo elenco di omicidi compiuti per mano di padri o di madri e che hanno avuto come vittime giovani e giovanissimi.
Questi i casi più recenti:
– Il 17 agosto 2014 Luca Giustini, ferroviere di 34 anni, ha assassinato la figlioletta di 18 mesi con cinque coltellate a Collemarino (Ancona). Lavoratore serio, padre e marito amorevole secondo colleghi, ha detto di aver agito come obbedendo ad una volontà superiore, mentre la moglie e l’altra figlia di 4 anni e mezzo erano al mare con i nonni.
– Il 18 luglio 2014 Massimo Maravalle, 47enne informatico, nella notte ha soffocato con un cuscino il figlio adottivo di origine russa di 5 anni nella casa di via Petrarca, a Pescara, mentre la moglie dormiva. Massimo Maravalle era affetto da psicosi atipica e assumeva regolarmente dei medicinali. Le indagini hanno stabilito che l’uomo aveva interrotto i farmaci da 4 giorni. La piccola vittima si chiamava Maxim ed era stata adottata nel maggio del 2012. Secondo fosse un bambino tranquillo che non dava nessun tipo di problemi, tanto meno per scatenare alcuna reazione da parte del padre adottivo.
– Il 15 giugno 2014 – Carlo Lissi, informatico di 31 anni, uccide nella sua villa di MottaVisconti in provincia di Milano la moglie e i suoi due figli di 5 anni e 20 mesi sgozzandoli senza pietà e poi va a vedere la partita dell’Italia. Alla base del gesto, una passione morbosa per una collega di lavoro.
– Il 9 marzo 2014 – Edlira Dobrushi, casalinga albanese di 37 anni, uccide a Lecco con novanta coltellate le sue tre figlie di 3, 10 e 13 anni cercando poi di tagliarsi le vene, ma senza riuscirci. La donna era disperata per la separazione in corso con il marito che era partito per l’Albania, dopo aver apertamente detto alla moglie di avere un’altra donna.
– Sempre nel marzo 2014 a Cosenza Daniela Falcone, 43 anni, ha ucciso il figlio undicenne e poi ha tentato il suicidio. Il ragazzino, Carmine De Santis, ha cercato di difendersi dalla furia della madre che lo stava colpendo con un coltello e un paio di forbici. È emerso dall’autopsia. Il bambino non è riuscito a sfuggire alla furia della madre perchè indossava la cintura di sicurezza.
– L’11 febbraio 2014 sarebbe stata la depressione, causata anche dalla seconda separazione che stava affrontando, a spingere Michele Graziano, 37 anni, ad accoltellare a morte i suoi bambini, Elena di 9 anni e Thomas di 2 anni, avuti con due donne diverse, per poi tentare il suicidio nella sua casa a Giussano (Monza e Brianza).
– Nella notte di venerdì 25 ottobre 2013, a Lecco, Niccolo Nicolò Imberti, che avrebbe dovuto compiere 3 anni, è stato ucciso dalla mamma, Aicha Coulibaly, 25 anni, di origine ivoriana, che lo ha colpito mortalmente al cuore con una grossa forbice. La donna è stata rinchiusa nel carcere del Bassone di Como.