Alessandro Di Battista, parlamentare del Movimento 5 Stelle, torna a parlare di Iraq. E non fa un passo indietro rispetto alla sua precedente posizione anti-Usa. Anzi, rinforza il concetto: “Foley è anche vittima dell’imperialismo degli Stati Uniti”. Il grillino ha espresso il suo pensiero in un post pubblicato sul suo profilo di Facebook.
“A quel poveretto – scrive – gli hanno messo addosso un divisa simile a quella indossata dai prigionieri a Guantanamo. Io penso che la violenza indecente, barbara, inaccettabile che ha subito quel ragazzo (il reporter Usa decapitato dai terroristi dell’Isis, n.d.r.) sia, in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib. Le violenze commesse in quella prigione – aggiunge – furono senz’altro figlie di quel desiderio di vendetta che molti americani hanno provato dopo l’indecente, barbaro, inaccettabile attentato alle Torri Gemelle quest’ultimo anche figlio dell’indecente, barbaro, inaccettabile imperialismo nordamericano (l’imperialismo non è soltanto nordamericano) che ha portato milioni di persone a morire di fame”.
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Il parlamentare racconta anche di aver ricevuto “ogni genere di insulto” dopo le sue “riflessioni” sulla maniera con cui gli Stati stanno trattando con i terroristi dell’Isis. “Ho provato a mettere in discussione il pensiero dominante. In tanti hanno letto quel che ho scritto, e di questo sono contento, altri si sono fermati a una frase letta su qualche giornale. Il pensiero dominante ha scelto di contrastare il terrorismo in modo totalmente fallimentare e questo è un fatto”.
“Possibile che, nel 2014 – si chiede Di Battista – l’essere umano, capace di conquiste scientifiche e tecnologiche straordinarie, pensi ancora che l’unico modo per risolvere un conflitto sia la violenza, siano le bombe o armare qualcuno? Dopo l’11 settembre 2001 si è scelta una strada. Si sono inseriti concetti nuovi: “guerra giusta”, “bombe intelligenti”, “guerra preventiva”, “esportazione di democrazia”. È possibile mettere in discussione tutto questo? È possibile affermare che le orrende violenze commesse in questi giorni dall’Isis siano collegate a quel che è accaduto negli ultimi anni in Medio Oriente?”.
Nonostante le polemiche che gli si sono rivoltate contro, Alessandro Di Battista non si lascia intimorire: “Non basta certo una strumentalizzazione becera a farmi smettere di impegnarmi a fondo in quello in cui credo. Fare quel che si ritiene giusto al posto di quel che conviene ti fa vivere sostanzialmente male ma sostanzialmente ti fa sentire vivo. A riveder le stelle!”, conclude.
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