Dopo un’interruzione di alcuni mesi, sta per riprendere la ricerca dei resti del volo Malaysia Airlines 370 scomparso l’8 marzo dopo una deviazione inattesa e senza alcuna comunicazione mentre era in rotta dalla capitale malese Kuala Lumpur verso Pechino con 239 persone a bordo, in maggioranza cittadini cinesi. Ne dà notizia l’agenzia di stampa internazionale Misna.
L’Australia, per prossimità geografica con l’area del presunto inabissamento, ad almeno 2000 chilometri dalle sue coste occidentali, manterrà la guida delle ricerche. Il ministro australiano Tony Abbott ha fatto sapere che a questo punto “ci sono ragionevoli possibilità” da parte delle squadre di ricerca di arrivare a una soluzione del maggiore enigma aeronautico utilizzando “la migliore tecnologia disponibile”. “La caccia ai resti del velivolo (un Boeing 777), sarà soprattutto sottomarina e non sarà sospesa facilmente”, ha aggiunto Abbott.
Finora, le massicce operazioni di individuazione e recupero del velivolo, condotte per oltre due mesi come imponenti mezzi aerei e navali non hanno fornito alcuna risposta sulle ragioni della deviazione dalla rotta prevista e sulle dinamiche che hanno portato il volo MH370 verso un’area remota dell’Oceano Indiano.
Le nuove iniziative di ricerca, che potrebbero durare fino a un anno, si avvarranno non solo dell’esperienza e dei dati precedenti, ma anche di sofisticati strumenti di rilevazione sottomarina e di mezzi subacquei per rastrellare un’area di 60.000 chilometri quadrati delimitata dagli esperti.