“L’Italia insieme al Brasile è la Nazionale più importante del mondo, è un orgoglio per me essere qui, ma penso che lo sarebbe per qualsiasi allenatore. Ringrazio Prandelli al quale faccio un in bocca al lupo per la nuova avventura in Turchia e ringrazio anche Arrigo Sacchi che ha curato la nostra cantera. Finchè ci sarò io, per lui le porte della Nazionale saranno sempre aperte”. Queste le prime dichiarazioni del nuovo commissario tecnico della Nazionale, Antonio Conte, intervenuto in conferenza stampa presso l’Hotel Parco dei Principi di Roma. Ieri sera gli ultimi ritocchi al contratto, poi in mattinata la firma sul ricco biennale da 8,2 milioni di euro che scadrà nel 2016.
Conte ha svelato i retroscena dei primi contatti con Tavecchio, le prime telefonate che lo hanno convinto a cambiare i suoi piani per il futuro: “Non pensavo che sarei potuto tornare in pista così presto, avevo in mente di girare per l’Europa ed imparare le lingue. Ambivo ad un top club europeo, poi però è arrivata la chiamata del presidente di un top top club. Io ho avuto un grande privilegio e sono molto contento – prosegue Conte – Per quanto riguarda l’aspetto tecnico posso dire che abbiamo buoni giocatori che devono diventare una squadra. Con la compattezza possiamo colmare il gap tecnico che oggi abbiamo rispetto a nazionali che hanno più talenti”.
“Rossi è un nostro patrimonio, un talento del calcio che ci auguriamo possa risolvere quanto prima i suoi problemi fisici per il bene nostro e della Fiorentina. Dei singoli non vorrei parlare adesso, voglio aspettare e valutare con calma la situazione nel suo complesso”. Conte prende tempo, non è ancora il momento di iniziare a fare i primi nomi. Ma è chiaro quali saranno le differenze con l’era Prandelli: “Tra un giocatore medio, ma grande uomo ed un ottimo calciatore, ma uomo medio, io scelgo sempre il primo. La Juve? Sia io che la società ci siamo resi conto che il rapporto era giunto al termine e che era meglio chiudere subito la nostra avventura assieme, senza rancori e senza retroscena oscuri”.
In apertura aveva preso la parola Carlo Tavecchio, neo presidente federale che ha voluto fare gli onori di casa: “La prima telefonata con Conte non si era conclusa con un assenso da parte del mister, poi nella secondo e nel terzo contatto abbiamo approfondito riuscendo a raggiungere un accordo che ha reso felici tutti. La Nazionale è fondamentale per il rilancio del calcio italiano, ecco perchè ci siamo affidati ad un condottiero, ad un comandante – continua Tavecchio – La condivisione della causa italiana è l’unico strumento che ci può consentire di diventare competitivi con il resto delle nazionali d’Europa”.
“Il compenso con il miglior tecnico europeo mi sembra assolutamente in linea con il passato, ci saranno un pool di sponsor che aiuteranno la Federazione a far crescere il brand italiano in giro per il mondo. A tutti quelli che paventano sciagure, rispondo che Antonio Conte avrà le chiavi della Nazionale e tutti gli strumenti necessari per riportare in alto il calcio italiano”. Non tentenna Tavecchio, è sicuro e convinto che la strada intrapresa sia quella giusta. “Abbiamo adottato un’iniziativa innovativa in soli tre giorni, non volevamo lasciare passare questo treno che siamo convinti che ci darà grandi soddisfazioni. Stiamo internazionalizzando il nostro brand introducendo un nuovo valore per il nostro calcio, il made in Italy”.
Poi torna a parlare Conte, che ha voluto fare chiarezza sul futuro rapporto che avrà con i club: “Mi confronterò continuamente con gli allenatori dei vari club, solo così potremo costruire un rapporto importante. Avremo modo così di evitare intransigenze, verificherò lo stato di salute dei giocatori e chiederò lumi ai miei colleghi su come eventualmente gestire i vari recuperi. Il talento del singolo dovrà sempre essere messo a disposizione della squadra, questo è il mio credo e caratterizzerà la mia gestione”.
E alla domanda se sia più difficile allenare un club o una nazionale, l’ex tecnico della Juve è chiaro: “Il selezionatore spesso ha poco tempo per lavorare e per questo si affida al blocco di certe squadre. La Spagna lo ha fatto con il Barcellona, la Germania con il Bayern. Noi dovremo cercare di trovare un blocco storico, quello juventino, si cui lavorare in base alle mie idee. Dovrò essere bravo ad ottimizzare il mio tempo, anche lavorare in soli 10 giorni al mese è una grande sfida”.
Poi tre domande “agghiaccianti” sulle quali lo stesso Conte prova a scherzare un po’: “La Giustizia sportiva? Mi hanno fatto pagare e io l’ho affrontata con grande dolore. Anche quello però mi ha aiutato a crescere, sul piano umano. Essere qui è la risposta migliore. Quanto agli scudetti della Juventus quelli che ricordo con maggiore gioia sono gli otto che ho vinto, cinque da giocatore e tre da allenatore. Le mie scelte condizionate dallo sponsor? Chi mi conosce sia umanamente che professionalmente sa che nessuno può scegliere al posto mio. Niente e nessuno, mai”.
“Gli stage? Cercheremo a conciliarli con gli impegni in Europa delle varie squadre, cercheremo di trovare una quadra”. Conte ha già le idee chiare su quello che dovrà essere il percorso della Nazionale verso il prossimo Europeo: “Se riuscissi a lavorare di più rispetto al passato, penso che il calcio italiano si risolleverebbe in fretta. Una Nazionale come l’Italia deve tornare dove merita. Il codice etico? Mi piacerebbe usare il termine comportamento, che preferisco. Sarò io a decidere in base alla mia moralità e quello che vedo e non ci saranno standard di punizione. Se vedo comportamenti gravi, deciderò io come provvedere”.
Adesso bisognerà confrontarsi con le macerie della gestione di Cesare Prandelli, a detta di Conte assolutamente positiva: “Il lavoro fatto da Prandelli è importante, nel primo biennio sono state fatte cose belle culminate nella finale con la Spagna. Quella era una Nazionale entusiasta, che sprizzava gioia. E quando ero calciatore io c’era quell’ansia positiva quando dopo la partita della domenica arrivavano le convocazioni. Ci saranno intoccabili? Qui non c’è niente di scontato per niente e per nessuno – dichiara Conte – Devono dimostrarmi di voler venire a tutti i costi, a prescindere non verrà convocato niente e nessuno. Preferisco avere 25 giocatori più scarsetti ma con voglia, che non chi pretende di esserci. Io mi fido solo dei miei occhi: non mi fido di sponsor e giornali”.
Una piccola eccezione, forse, varrà per Pirlo: “Andrea è un campione ed è stato per me un grande punto di riferimento. Anche lui è fra i convocabili ma è inevitabile che viste le sue dichiarazioni post-Mondiale io debba parlare con lui per capire cosa sente e per dimostrargli ciò che penso io. Stile Juve anche in Nazionale? Voglio lo spirito di tutte le mie squadre: Arezzo, Bari, Atalanta, Siena e Juventus. Lavoreremo tanto, io da parte mia ho grande voglia e so che il gruppo è disponibile. Per questo sono tranquillo e sereno in un momento comunque difficile per il nostro calcio, mi piace questa sfida. Io do tutto ma chiedo anche tutto a chi lavora con me”.