Papa Francesco è atterrato a Ciampino, a Roma. Il viaggio apostolico in Corea si è concluso. “La croce di Cristo rivela il potere di Dio di superare ogni divisione, di sanare ogni ferita e di ristabilire il legame originario di amore fraterno”, ha detto il Pontefice nella concelebrazione tenuta questa mattina nella cattedrale di Myondong a Seul, in cui ha chiesto ai coreani di unirsi “come una sola famiglia, un solo popolo” in spirito di reciproco perdono: “Nonostante questo possa sembrare impossibile, irrealistico e a volte ripugnante”, ha aggiunto, dimostrando una profonda comprensione della realtà di quel Paese.
Grazie, amici coreani! Con l’aiuto di Dio, tornerò molto presto in Asia! #Philippines #SriLanka
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 19 Agosto 2014
“A nome mio personale mio personale e del popolo italiano tutto desidero porgerle il più cordiale bentornato al rientro dal suo Viaggio Apostolico in Corea del Sud. Sono certo che la sua presenza avrà portato sostegno e conforto alle locali comunità cristiane, recando al contempo un importante messaggio di pace e riconciliazione per tutta la regione”, ha scritto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio al Papa.
La messa speciale per la pace e la riconciliazione in Corea è stato l’ultimo degli eventi e uno dei più attesi della visita papale iniziata il 14 agosto e che si è snodata lungo un programma fitto di 25 appuntamenti ufficiali. Oggi nella cattedrale era presente la presidente sudcoreana Park Geun-hye.
Nessun accento politico nel discorso del Santo Padre, che ha anche evitato ogni indicazione della persecuzione che in Corea del Nord colpisce anche i cattolici, di cui è persino ignoto il numero. “Preghiamo dunque perché emergano nuove opportunità di dialogo, incontro e perché siano risolte le differenze”, ha detto Francesco davanti a una folta assemblea riunita nella cattedrale della capitale.
Un’esortazione alla pace e all’unità inter-coreana in una giornata in cui si registra un innalzamento della tensione ai due lati del confine mai riconosciuto dal Nord. Decine di migliaia di militari del Sud e dell’alleato statunitense hanno iniziato infatti oggi le manovre annuali congiunte che hanno come obiettivo la preparazione a un attacco nordcoreano. Sabato il regime di Pyongyang aveva chiesto la cancellazione delle manovre minacciando rappresaglie.
Durante il volo di ritorno dalla Corea, il Papa ha denunciato l’efferatezza delle guerre non convenzionali in corso nel mondo, segnalando un “livello di crudeltà spaventosa” di cui spesso sono vittime civili inermi, donne e bambini. “La tortura è diventata un mezzo quasi ordinario – ha detto il Santo Padre -. Questi sono i frutti della guerra. Siamo in guerra: è una terza guerra mondiale, anche se a pezzi”. “Dove c’è un’aggressione ingiusta posso solo dire che è lecito fermare l’aggressore ingiusto, sottolineo il verbo fermare, non bombardare o fare la guerra”, ha precisato
Il Papa crede inoltre che sia possibile risolvere le tensioni tra governo cinese e cattolici: “Se ho voglia di andare in Cina? Ma sicuro, domani”.