Ha negato, fino all’ultimo, fino all’evidenza, Aldo Gionta il boss ritenuto a capo dell’omonimo clan camorristico operante a Torre Annunziata (Napoli) e catturato sabato sera a Pozzallo (Ragusa). S’è arreso solo quando il computer dei carabinieri di Modica ha confermato la completa corrispondenza tra Aldo, il ricercato, e Pasquale, il nome riportato sulla carta d’identità falsa di cui era in possesso.
L’indagine è partita dalle indagini dei carabinieri di Torre Annunziata. I militari di quel nucleo investigativo gli stavano dietro da quasi tre mesi, da quando a fine maggio s’era sottratto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale e poi quando il 6 giugno doveva essere arrestato ma era irreperibile. Ma i militari, riscontro dopo riscontro sono arrivati sulla via per Malta, hanno capito che Gionta stava per espatriare. Informato il magistrato competente della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, questo ha emesso un nuovo decreto per fermare “a vista” Gionta.
Ad arrestarlo una squadra di dieci uomini in borghese formata da carabinieri di Torre Annunziata e Modica. Gionta e i tre complici arrivano a coppie, su due utilitarie, come se andassero a una vacanza al mare tra amici. Bermuda, t-shirt, occhiali da sole. Le auto sono incolonnate, passano i controlli. Le donne scendono per vidimare i biglietti. Un rapido ordine, un cenno, e il blitz è repentino. Le auto dei carabinieri bloccano ogni via di fuga, non c’è scampo. Pistole in pugno intimano di non muoversi ai due uomini sulle auto e alle due donne.
I turisti presenti rimangono sbalorditi e anche spaventati ma poi la vista delle uniformi li tranquillizza, capiscono che c’è un’operazione in atto. I due vengono tirati fuori dalle auto, stesi in terra e perquisiti. Fingono di non capire, ipotizzano un errore. In tasca alcune migliaia di euro e nelle valige i costumi da bagno.
Tutti e quattro sono stati accompagnati in caserma a Modica e identificati. I tre accompagnatori di Gionta, peraltro tutti incensurati insospettabili, vengono arrestati per favoreggiamento personale. Gionta è arrestato per associazione per delinquere di tipo mafioso anche per uso di documento falso valido per l’espatrio e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale. È stato trasportato nel carcere di Siracusa Cavadonna. Le due donne invece finiscono a Piazza Lanza, il carcere etneo, mentre l’altro uomo è stato portato nel carcere di Ragusa.