Per gli attivisti del M5S, Giuliano Ferrara è il peggior giornalista dell’anno. A decretare la vittoria del direttore del Foglio sono stati circa 16000 utenti del blog che, come ogni anno, hanno votato per l’elezione del “giornalista stercorario dell’anno”.
La reazione del diretto interessato non si è certo fatta attendere: “Gribbels? Menefrego”, ha scritto Ferrara su Twitter. Il termine utilizzato per sbeffeggiare il leader del movimento pentastellato deriva da una fusione di due nomi: Joseph Goebbels, esponente di spicco del Terzo Reich, e da quello di Grillo appunto.
A determinare l’attribuzione della non certo invidiabile palma di “peggior giornalista”, l’ammontare complessivo dei finanziamenti pubblici ottenuto dalla redazione del Foglio per il 2012 (1.523.106,65 di euro). Completano il podio altri due giornalisti di prima fascia: Pierluigi Battista del Corriere della Sera con il 12,2% dei voti (1.983 in numeri assoluti), e Corrado Augias, presentatore Tv ed editorialista di Repubblica con l’8,7% (1.425 voti).
Nella black list del Movimento sono finiti anche altri “nemici storici” della carta stampata: Alessandro Sallusti (7%, 1.136 voti on line), Michele Santoro (4,6%, 724), Gad Lerner (4,1%, 674), Massimo Gramellini (3,1%, 518), l’editore di Repubblica De Benedetti (3,1%, 517), Maria Novella Oppo (3,1%, 516) ed Ezio Mauro (3%, 490).
A sorprendere maggiormente dei risultati delle votazioni è l’individuazione tra i “peggiori” di Michele Santoro. Il conduttore di “Servizio pubblico” è stato spesso accusato di un eccessivo appiattimento su Grillo e sui temi da lui proposti in campagna elettorale, ma sembra che i grillini non se ne siano mai accorti. Con buona pace dell’Unità che ha spesso dedicato colonne e colonne dell’ormai defunto quotidiano al “tradimento” di Santoro, prima vittima eccellente dell’editto bulgaro, e poi artefice del rilancio dell’antipolitica dei Cinque Stelle.
“PS: Vittorio Zucconi, fuori concorso, è lo sciacallo dell’anno”, aveva precisato Beppe Grillo sul suo blog dopo lo scontro con il direttore dell’edizione online di Repubblica per una battuta del giornalista seguita alla morte dell’attore hollywoodiano Robin Williams.