Di fronte all’emergenza sanitaria dell’epidemia da Ebola, il Burkina Faso, che pure non ha registrato finora casi di contagio, ha deciso di rinviare sine die il vertice dell’Unione africana (Ua) su “Occupazione e povertà” che avrebbe dovuto tenersi nella capitale Ouagadoudou dal 2 al 7 settembre. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Djibril Bassolè. L’epidemia di Ebola in Africa occidentale, ha detto, è “una enorme sfida sanitaria e rende difficile la tenuta di un vertice in condizioni sicure”.
“La gente è nel panico e quello che è accaduto a West Point lo conferma”: suor Anna Rita Brustia, missionaria della Consolata in Liberia, parla con l’agenzia di stampa internazionale Misna dell’assalto del fine-settimana a un centro per l’isolamento di malati di ebola in un sobborgo di Monrovia. Una vicenda in apparenza inspiegabile, avvenuta in una baraccopoli dove vivono almeno 50.000 persone. “È una delle aree più sovrappopolate della Liberia e il fatto che dei malati siano scomparsi mischiandosi alla popolazione è fonte di grande allarme”, dice suor Anna Rita, che a West Point ha lavorato.
Secondo le ricostruzioni disponibili, un gruppo di giovani ha assaltato il centro sabato mattina. All’origine dell’episodio ci sarebbe una protesta contro il trasferimento dei malati da altre zone di Monrovia o l’idea che l’epidemia sia una montatura del governo o comunque una truffa ai danni della popolazione. Secondo George Williams, presidente dell’Associazione liberiana dei lavoratori della sanità, 17 dei pazienti sono irreperibili mentre altri tre sono tornati dai propri parenti.