Tutto è iniziato con la morte del teenager di colore Michael Brown, ucciso in un sobborgo di St. Louis, in Missouri, stato degli Usa, da un agente della polizia. Adesso negli States è caos: la rabbia della folla è cresciuta così tanto da provocare scontri e rivolte e da far preoccupare il presidente Barack Obama.
Obama in un intervento in diretta tv ha lanciato il suo appello alla calma ma notti e notti di violenze non riescono a cancellare quello che è successo: da una parte la folla, dall’altra i lacrimogeni e i proiettili di gomme. Per cinque notti di seguito forze dell’ordine e manifestati si sono scontrati con tanto di feriti, due, da arma da fuoco (della polizia).
Un’escalation di violenza che lascia sgomento Obama, che interviene alzando la voce e puntando il dito anche contro la polizia: “Non ci sono scuse per un uso eccessivo di forza da parte della polizia contro manifestanti pacifici e per mettere in carcere chi protesta. Negli Stati Uniti la polizia non dovrebbe usare prepotenza o arrestare giornalisti che stanno cercando di fare il proprio lavoro”.
Il presidente si riferisce all’arresto di due giornalisti durante una delle notti di scontri. Da domenica, le forze dell’ordine hanno arrestato almeno 50 persone, contribuendo ad accrescere la tensione nel sobborgo di Ferguson.