Cinzia Mangano, figlia del boss Vittorio – lo ‘stalliere’ di Arcore – è stata condannata con rito abbreviato a Milano a sei anni e quattro mesi di reclusione per associazione a delinquere. Con lei sono state condannate a pene fino a otto anni altre cinque persone. Il giudice ha ritenuto che a loro carico non fosse configurabile l’associazione a delinquere di stampo mafioso, ma solo l’associazione semplice.
Cinzia Mangano era stata arrestata con altre sette persone nel settembre del 2013. L’inchiesta era incentrata su una rete di cooperative di servizi che, secondo l’accusa, riciclavano denaro illecito anche per aiutare i familiari degli arrestati e i latitanti. Sempre secondo l’accusa, si trattava di una succursale della mafia siciliana a Milano, attiva già negli anni ’90 e rimasta operativa fino agli arresti.
Per la Dda di Milano, gli arrestati erano in contatto e avrebbero sostenuto l’ex assessore alla Casa della Giunta lombarda, Domenico Zambetti, il quale era invece stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta per voto di scambio e presunti legami con la ‘ndrangheta. Il giudice, nella sentenza, ha ritenuto, però, che non esistesse l’associazione di stampo mafioso ma un’associazione a delinquere ‘semplice’.