A meno di ventiquattro ore dall’elezione di Carlo Tavecchio a presidente della Figc, il calcio italiano e l’opinione pubblica si sono già spaccati in due. Uomo del rinnovamento o solita espressione dei poteri forti? Erede o innovatore? Speranza o condanna? Tra il tifo ultrà di Lotito e le dure considerazioni di Demetrio Albertini c’è però un abisso, uno strappo generazionale al quale Tavecchio dovrà immediatamente mettere mano. Partendo proprio dal programma, del quale però il nuovo numero di via Allegri non vuole anticipare nulla: “Non farò conferenze subito, ma prometto che entro il 18 agosto mi presenterò con la lista del lavoro fatto questa settimana. Da domani mi metterò a disposizione della federazione. Ho tratto molti insegnamenti che certamente metterò a frutto in un’epoca in cui si dà peso più ad apparire che ad essere”.
Per il calcio italiano, il 18 agosto sarà una data da segnare in rosso. Un Consiglio Federale al termine del quale verranno esposti il nuovo organigramma dirigenziale, il piano di rilancio del movimento calcistico italiano, il nome del Ct della nazionale ed infine i provvedimenti sul caso Novara e sulla B a 22 squadre: “Non ho fatto ancora nessun approccio con ct e nessuna operazione di una nuova governance, che dovrà essere condivisa con il consiglio federale. Faremo le cose insieme, e giudicheremo solo poi quello che avremo fatto – prosegue Tavecchio – Le riforme possono farsi solo insieme, nel mio programma non esistono uomini della provvidenza o ricette magiche”.
Tavecchio punta solo sui contenuti, senza badare alle forma: “Con le parole non sono mai stato a mio agio – ammette – Esiste invece la cultura del lavoro: senza perdere altro tempo invito tutte le componenti ad abbandonare divisioni e mettersi all’opera”. La sensazione è che gaffe come quelle delle frasi razziste su banane ed extracomunitari possano diventare quasi un marchio di fabbrica della gestione Tavecchio, che appunto bada solo ai fatti. “Tavecchio ha bisogno di un in bocca al lupo – ha dichiarato un Albertini visibilmente provato dopo l’election day all’Hilton di Fiumicino – Purtroppo non c’è stata la voglia di dare un cambio di marcia, io ora vado a casa da mia moglie e dai miei figli”.
“Tavecchio ha dimostrato che contano più i fatti delle parole – ribadisce Claudio Lotito, il presidente della Lazio con il debole per il broccardo latino – Io non sono stato regista di nulla, ho sostenuto l’attuazione di un programma che è stato condiviso all’unanimità dalla Lega e recepito dalle altre leghe. Con coerenza lo ha portato avanti fino ad oggi e i fatti ci hanno dato ragione”. Ma Tavecchio non ha bisogno di nessun supporto: “Io non sarò il suo tutor. Queste sono invenzioni, Carlo non ha bisogno di tutele”.
Dal mondo politico giungono reazioni quasi immediate da Cecile Kyenge, ex ministro dell’Integrazione, bersaglio prediletto dei parlamentari leghisti. Fu definita “gorilla mangia banane”, inevitabile il tweet sull’elezione di Tavecchio: “Il rinnovamento ha bisogno di coraggio! Peccato abbiamo perso l’occasione per rinnovare il calcio italiano! Auguri… Presidente”. A seguire le dichiarazioni di Marco De Giorgi, direttore dell’ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali: “Al di là delle polemiche di questi giorni, prendiamo atto che il neo presidente Tavecchio ha affermato, anche oggi, di essere stato equivocato. Nella lista di cose da fare, annunciata per il 18, ci aspettiamo da lui misure concrete e non solo dichiarazioni contro il razzismo che sta diffondendosi, in modo pericoloso, nello sport”.
“Come sostengo da sempre, il calcio ha bisogno di riforme importanti che si possono realizzare solo con la piena condivisione di tutte le componenti. Sono convinto che Tavecchio porterà presto novità anche all’interno della governance”. Parola di Giovanni Malagò, presidente del Coni, che incoraggia Tavecchio tramite un comunicato ufficiale: “Avevo detto che ci sarebbero state sorprese e ci saranno a breve. Ma tocca a Tavecchio annunciarle e comunicarle. Da parte mia i più sinceri auguri di buon lavoro”. I due vicepresidenti potrebbero essere Beretta e Abodi, con Lotito nel comitato di presidenza.
Capitolo Nazionale. Il neo presidente federale ha telefonato ad Antonio Conte proponendogli un incontro: “Mi sono alzato alle 7 e mi sono messo subito a lavorare. Ho sentito Conte e altri tre o quattro – dichiara all’Ansa – Risposte? No, altrimenti ve l’avrei detto, sono ottimista per la federazione e per l’Italia. Conte sarebbe un bel regalo per gli italiani? Lo dite voi”