Dopo tre anni si è conclusa l’occupazione del Teatro Valle a Roma. L’annuncio degli occupanti è arrivato tramite un comunicato e un annuncio sui social network il 10 agosto: “Stanotte cessa lo stato di occupazione e inizia un nuovo percorso. Il primo desiderio – scrive l’assemblea degli occupanti – è che prosegua il percorso appena iniziato di interlocuzione e che avvenga il passaggio di consegna del Teatro Valle dal Comune di Roma al Teatro di Roma”.
La decisione è stata presa dopo che, qualche settimana fa, l’assessore alla Cultura di Roma, Giovanna Marinelli, in un incontro con gli occupanti, ha dato l’ultimatum, offrendo comunque la disponibilità ad avviare, dopo lo sgombero del Valle, “un percorso pubblico per il conseguimento di un nuovo modello partecipato che raccolga le sperimentazioni elaborate nel corso di questi tre anni”.
Gli ormai ex occupanti però promettono ancora battaglia e vigilanza. Oggi ci sarà una nuova assemblea per discutere proprio del futuro della struttura, ma intanto nuove polemiche dopo che questa mattina è stata staccata la corrente elettrica. “Ci hanno staccato la luce! Sono questi i presupposti di un dialogo?”, si chiedono gli attivisti denunciando: “Il distacco della luce è atto scellerato contro il teatro Valle e non contro di noi perché si neutralizzano dispositivi sicurezza contro incendi”. “Noi siamo disponibili per io sopralluogo, loro ci staccano la luce. Noi siamo disponibili al confronto, loro mandano la digos”, attaccano gli attivisti, e concludono: “Il comune sta facendo i sopralluoghi al buio! Queste persone non sono adatte a gestire un teatro”.
La rivolta culturale cominciata tre anni fa nacque proprio per la mancanza di un progetto politico concreto in grado di garantire un supporto economico adeguato per mantenere aperto il teatro e per salvarne la funzione pubblica e sociale.