Doccia fredda per l’Italia dall’agenzia Moody’s dopo il ritorno della Penisola in recessione. Il nostro Paese, secondo quanto scrive l’agenzia di rating, chiuderà il 2014 con un Pil in contrazione dello 0,1% contro il +0,5% stimato in precedenza, e mancherà entrambi gli obiettivi governativi di deficit/Pil collocandosi al 2,7% quest’anno e il prossimo, con “rischi significativi” di sforare ulteriormente.
La crescita più debole del previsto “complica il passaggio e la realizzazione dell’agenda di riforme strutturali del governo Renzi”. Secondo Moody’s “la lentezza nel procedere sulle riforme suggerisce che la popolarità del governo non si è ancora tradotta in spinta politica” a favore di “un insieme di riforme più ampio”.
Secondo l’agenzia di rating, con le sue affermazioni il Commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, ha rivelato “le difficoltà dell’Italia nel rendere permanenti le riduzioni di spese di fronte alla pressione politica”.
L’Ocse, invece, vede una fase positiva. La crescita nell’Eurozonaindica “uno slancio stabile” e mentre dalla Germania arrivano segnali di una “perdita di slancio”, per l’Italia si intravede una fase “positiva”. Così il superindice Ocse di giugno. Tra i singoli Paesi, l’Italia registra un aumento dell’indice relativo a 101,7 dal 101,6 di maggio che “continua a indicare una dinamica di crescita positiva”.