Prosegue l’offensiva statunitense in Iraq contro le milizie jihadiste e dell’Isis. Poche ore dopo il via libera annunciato dal presidente Obama, l’aviazione di Washington è entrata in azione contro le forze del califfato responsabili anche della distruzione delle chiese e della diaspora dei cristiani.
Il Papa anche oggi, su Twitter, è intervenuto sulla vicenda, chiedendo a tutti i fedeli di pregare per i cristiani iracheni.
Chiedo a tutte le parrocchie e comunità cattoliche di dedicare una preghiera speciale in questo fine settimana ai cristiani iracheni.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 9 Agosto 2014
Chiedo alla comunità internazionale di proteggere tutte le vittime di violenza in Iraq.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 9 Agosto 2014
Gli Stati Uniti, intanto, ha annunciato il Pentagono, hanno nuovamente paracadutato sull’Iraq viveri e acqua destinati alle popolazioni minacciate dall’avanzata dei jihadisti nel nord del Paese, come già avevano fatto la notte precedente. Tre aerei cargo scortati da due caccia F/A-18 hanno lanciato rifornimenti per “le migliaia di iracheni minacciati dallo Stato islamico sul Monte Sinjar”, ha precisato il ministero della Difesa americano.
“Come commander in chief non permetterò che gli Stati Uniti siano trascinati in un’altra guerra in Iraq. Le truppe americane non torneranno a combattere in Iraq perché non c’è una soluzione militare americana alla crisi”. Lo afferma il presidente Usa, Barack Obama, nel discorso settimanale. “Proteggeremo – ha detto – i nostri cittadini e aiuteremo a prevenire che questi terroristi abbiano un paradiso permanente da cui attaccare l’America”.
La preoccupazione cresce intanto per le centinaia di donne della minoranza yazidi, seguaci di un antico credo pre-islamico, che sono tenute prigioniere in Iraq dai jihadisti sunniti dell’Isis: il timore è che possano essere vendute come schiave o, secondo quanto denuncia il portavoce del ministero per i Diritti umani, Kamil Amin, utilizzate come oggetti sessuali “in modi umilianti da quei terroristi per soddisfare i loro istinti animali in un modo che contraddice tutti i valori islamici e umani”.
Gli yazidi a migliaia sono fuggiti nei giorni scorsi dalla città di Sinjar dopo l’ingresso delle forze dell’Isis. Ora molti di loro sono bloccati sulle montagne vicine, e rischiano di morire di fame e di sete: proprio a loro sono indirizzati gli aiuti umanitari che da due notti gli americani stanno paracadutando sulla zona.
E da parte dell’Isis è arrivata una risposta, e una provocazione all’America di Barack Obama. In un video i miliziani hanno infatti sfidato gli Usa a inviare i loro soldati invece dei droni. È il portavoce dell’Isis Abu Mosa a rivolgersi in questi termini all’America: “Dichiaro agli Stati Uniti che è stato creato il califfato islamico. Non siate vigliacchi, attaccandoci con i droni. Mandate i vostri soldati invece, quelli che abbiamo umiliato in Iraq. Lo faremo ovunque e alzeremo la bandiera di Allah sulla Casa Bianca”.