Doveva essere una tregua prolungata per 72 ore e invece dopo l’annuncio dell’accordo tra Israele e Hamas arriva la smentita. Il numero due del movimento islamico, Moussa Abu Marzuk, ha annunciato su Twitter che non c’è stato nessun prolungamento del cessate il fuoco di 72 ore oltre il termine di venerdì alle 8. Dunque da domani mattina la guerra ripartirà.
Eppure poche ora prima della smentita, sembrava che la tregua fosse fatta: lo stop alle armi doveva permettere alla diplomazia di trovare una soluzione, con gli Stati Uniti sempre più preoccupati dell’andamento del conflitto. Difende Israele diventa difficile anche per Obama, soprattutto dopo i bombardamenti sulle strutture dell’Onu nella striscia di Gaza.
Per Israele, che ha inviato al Cairo tre alti responsabili per i negoziati indiretti su Gaza, l’unica condizione per fermare la guerra è il completo disarmo di Hamas. In Egitto si cerca di creare una posizione comune tra Tel Aviv e i palestinesi ma al momento nulla sembra andare per il verso giusto.
Intanto il bilancio di un mese di attacchi è gravissimo: più di 1.400 vittime, 10 mila case distrutte, 30 mila case danneggiate e centinaia di feriti. Tra le vittime, tantissimi civili. Israele si è scusate per i cittadini innocenti uccisi: “Non abbiamo preso di mira le vittime civile. La gente di Gaza non ci è nemica. Hamas sì”. Il premier israeliano Netanyahu ha però voluto precisare il suo punto di vista: per lui, il 90% delle vittime si sarebbe potuto evitare se Hamas non avesse respinto il cessato il fuoco.