Il Consiglio dei ministri affronterà oggi il dibattuto decreto legge del ministro della Salute che avrà l’obiettivo di regolare la Fecondazione assistita eterologa in Italia, dopo la sentenza della Corte costituzionale che ne ha abolito il divieto. Dai fondi ai diritti dei nascituri, dalle caratteristiche del donatore al nodo dell’anonimato, la bozza di decreto fissa in due articoli i ‘paletti’ a tutela di genitori e nati. Passa invece eventualmente al Parlamento la questione della compatibilità di razza, relativamente al colore della pelle e gruppo sanguigno, tra donatori e coppia ricevente.
Nettamente contraria all’ipotesi di compatibilità di razza il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: ”Se vuole farlo, lo introduca il Parlamento. Questa, a casa mia – ha affermato Lorenzin in un recente incontro – si chiama discriminazione razziale”.
Questi i principali contenuti della bozza di decreto ‘Disposizioni in materia di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo’.
DONAZIONE È VOLONTARIA E GRATUITA: sarà possibile l’importazione ed esportazione di gameti ma solo da istituti accreditati e senza scopo di lucro. Ai donatori si applicheranno le norme in atto per il trapianto di midollo, in termini ad esempio di copertura per le giornate lavorative perse.
LIMITI ETÀ DEI DONATORI: potranno donare cellule riproduttive gli uomini tra 18 e 40 anni e le donne tra 20 e 35 anni. Sarà invece vietata la donazione tra parenti fino al quarto grado.
REGISTRO NAZIONALE: sarà istituito presso l’Istituto superiore di sanità-Centro nazionale trapianti il Registro nazionale dei donatori. Sarà così garantita la tracciabilità dei gameti dal donatore al nato e viceversa.
MASSIMO 10 NASCITE: i gameti di un donatore non potranno determinare più di 10 nascite. E’ però prevista una deroga per la coppia che, avendo già avuto un figlio con l’eterologa, voglia utilizzare nuovamente i gameti dello stesso donatore.
GARANZIA ANONIMATO PER I DONATORI: l’anonimato è garantito. L’accesso ai dati sanitari e genetici del donatore sarà però possibile nel caso di seri motivi legati alla salute dell’embrione o del nato attestati da un medico di una struttura pubblica. Le informazioni verranno date ai genitori o al nato se maggiorenne. Si prevedono una serie di specifici esami di laboratorio per i donatori.
DIRITTO A CONOSCERE MODALITÀ NASCITA: il nato è informato delle modalità del concepimento, ma i genitori lo faranno nei modi che ritengono più opportuni.
LE DONATRICI: le donne che effettuano la fecondazione assistita omologa possono donare parte dei propri ovociti destinandoli alle tecniche di fecondazione eterologa.
I FONDI: per il 2014 è prevista una spesa di 10.203.541 euro. Per il Registro nazionale dei donatori si prevede uno stanziamento di 600.770,00 euro per il 2014 e di 150.060,00 euro a decorrere dal 2015.
Le polemiche però non cessano: contrarie al decreto si sono dette le Società scientifiche del settore e le associazioni di pazienti, che chiedono delle linee guida immediate, ma molti medici e varie forze politiche sostengono invece la necessità del provvedimento. Di oggi, poi, la presa di posizione di Famiglia Cristiana secondo cui ”paternità e maternità sono esperienze che trovano pieno completamento non nella fuorviante pretesa di un incoercibile diritto al figlio, ma nel riconoscimento che dare la vita è dono”. Detto questo, afferma il settimanale dei Paolini, ”occorrono delle regole”.