Il virus Ebola continua a destare preoccupazione, adesso anche in Europa. È spagnolo il primo contagiato ad aver fatto rientro nel vecchio continente dopo aver contratto l’ebolavirus, si tratta di un missionario di 75 anni operativo in Liberia. E’ stato il ministro della Difesa spagnolo Vineusa a comunicare il provvedimento d’urgenza, chiarendo anche che il volontario Miguel Pajares sarà curato in un centro specializzato e che: “La sicurezza è garantita”.
Intano l’OMS continua a tenere alta la guardia in attesa di stabilire se la diffusione del contagio può definirsi epidemia a tutti gli effetti. I dati restano comunque preoccupanti: i decessi sin qui sono stati 932, mentre i casi accertati sono saliti a 1.711 in quattro paesi africani (Guinea, Liberia, Sierra Leone e Nigeria). Da segnalare anche il primo decesso da Ebola in Arabia Saudita, per il cittadino del Regno fatale un arresto cardiaco dopo il rientro dalla Sierra Leone.
Il livello di allerta in Europa e negli Stati Uniti rimane comunque basso, nonostante i sei casi registrati negli USA e il decesso confermato in Arabia. Precauzione anche tra le compagnie aeree, che sempre più frequentemente si rifiutano di effettuare scali nelle aree africane maggiormente colpite. Emblematico in tal senso il caso della British Airways che ha deciso di sospendere momentaneamente i voli diretti in Liberia e Sierra Leone.
Si segue con attenzione la riunione del Comitato di Emergenza che dovrà stabilire se attivare tutte le procedure di sicurezza adottate nel caso della pandemia di aviaria del 2009. “Se il comitato riterrà necessario – si legge in un comunicato – saranno raccomandate ai paesi misure aggiuntive per ridurre i rischi”.
In Italia, intanto, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha rassicurato circa la tempestività delle precauzioni adottate per fronteggiare il rischio pandemia: “Noi abbiamo agito prima degli altri, ma in modo silenzioso per evitare allarmismi. Abbiamo allertato porti, aeroporti, compagnie aeree e tutti gli interessati che da mesi fanno check e controlli in chi arriva dalle zone interessate – ha risposto durante una interrogazione parlamentare – Dal 21 giugno inoltre abbiamo iniziato a fare i controlli sanitari sui rifugiati direttamente in mare, e predisposto anche i sistemi per una eventuale quarantena in mare. Ritengo quindi di poter tranquillizzare la popolazione”.
“Non solo non c’è stato nessun caso di Ebola, ma ho chiamato stamattina il centro di Lampedusa e mi dicono che negli ultimi giorni non è stato verificato nessun caso di malattia neanche lieve”. Rassicurazioni, quelle del Governo italiano, che si uniscono alla speranza di individuare un farmaco sperimentale. Anche in questo caso, l’Italia si è già mossa: “La nostra molecola agisce bloccando l’entrata del virus nelle cellule – spiega Giorgio Palù, presidente della Società Europea di Virologia di Padova – sfruttando gli endosomi, delle piccole vescicole cellulari. Siamo ancora alle fasi preliminari della ricerca, con gli studi in vitro e su modelli animali”.
Si mobilita anche la Banca Mondiale. Per affrontare l’emergenza Ebola nelle aree maggiormente colpite sono stati stanziati 200 milioni di dollari. Parteciperanno anche Italia e Germania, con la Farnesina che ha destinato 200 mila euro al supporto della Guinea ed il Governo tedesco che ne donerà un milione di euro.