Silvio Berlusconi è arrivato alle 8 a Palazzo Chigi per incontrare, per la terza volta, Matteo Renzi. Un colloquio voluto per stringere i cardini di un patto che è riuscito a restare in piedi nonostante le riforme del Senato, fortemente volute da entrambi.
Lorenzo Guerini, il vice segretario del Pd, al termine del colloquio durato circa tre ore, incontrando i giornalisti si è limitato a fare il punto degli argomenti toccati e non ha parlato di una possibile intesa con Silvio Berlusconi, il quale nei giorni scorsi aveva detto che si sarebbe preso il tempo per prendere una decisione sui temi che gli avrebbe esposto il premier, in vista di settembre.
“Si è stabilita la possibilità di modifiche che saranno oggetto di un ampio confronto” sulle soglie di accesso mentre “sulle preferenze andrei cauto”, ha dichiarato Guerini ai cronisti. L’ex premier invece ha lasciato la sede del Governo senza rilasciare alcuna dichiarazione.
Al faccia a faccia erano presenti anche Gianni Letta e Denis Verdini per FI, e Luca Lotti per il Pd. All’ordine del giorno l’accordo sulla legge elettorale, l’Italicum, che al Senato si inizierà a votare il mese prossimo e sul quale Renzi fino a ieri ha continuato a dichiararsi ottimista.
Ad essere discussi sono stati l’introduzione delle preferenze, ma con il capolista bloccato, il premio di maggioranza solo a chi supera il 40% al primo turno per evitare il ballottaggio e la diminuzione al 4% della soglia sbarramento per i partiti. Queste ipotesi di modifica rispetto al testo della Camera non è detto che vengano accettate in pieno da Berlusconi anche se Renzi spera di poter rinnovare il Patto del Nazareno.
Ieri all’ora di pranzo in un primo vertice con Verdini e Letta e in un secondo incontro a cena, Berlusconi ha ragionato sui paletti che per il suo partito restano invalicabili.