Nel pomeriggio di lunedì sono ripresi i lavori al Senato per l’approvazione del ddl costituzionale.
Subito la protesta, già annunciata, del Movimento 5 Stelle: “Questa porcata di riforma non merita la nostra partecipazione in Aula” ha detto Vito Petrocelli, capogruppo del M5S al Senato, confermando che anche oggi il gruppo pentastellato non sarà in Aula nel corso delle votazioni agli emendamenti sul ddl riforme costituzionali.
In aula non è presente nemmeno il relatore Calderoli, colpito dalla perdita della madre. Si ricomincia dall’articolo 3, che riguarda la nomina dei senatori a vita.
Ma i lavori sono andati avanti comunque: l’Aula del Senato approva l’articolo 3 del ddl riforme costituzionali relativo ai senatori di nomina presidenziale, e che prevede, per questi ultimi, un mandato non rinnovabile di 7 anni. Il via libera dell’Aula giunge con 184 sì, 12 no e 11 astenuti. Secondo l’articolo 3, il Presidente della Repubblica “può nominare senatori cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti in campo sociale, scientifico, artistico o letterario”.
L’Aula del Senato ha approvato anche l’articolo 4 del ddl riforme costituzionali, relativo alla durata della Camera dei deputati, con il quale si cancella la parola Senato dall’articolo 60 della Costituzione sulla durata delle Camere, sulla non prorogabilità di quest’ultima se non per legge o in caso di guerra. L’ok di Palazzo Madama è arrivato con 184 voti favorevoli, 14 no e 9 astenuti.
Via libera dell’Aula del Senato all’articolo 5, secondo il quale è il regolamento a stabilire in quali casi le nomine alle cariche del futuro Senato possano essere limitate in ragione dell’esercizio di funzioni di governo regionali o locali. Il sì dell’Aula arriva con 188 voti favorevoli, 14 contrari, 7 astenuti.
Disco verde anche all’articolo 6 relativo alle prerogative dei parlamentari e all’articolo 7, il primo con 195 voti favorevoli e dieci contrari, il secondo con 189 sì, 13 no e 11 astenuti.
Arriva l’ok anche per l’articolo 8, che conferma l’assenza di vincolo di mandato per i parlamentari previsto dall’art. 67 della Costituzione. Il sì dell’Assemblea giunge con 194 sì, 10 no e 4 astenuti. Sono per ora accantonate le votazioni sugli emendamenti aggiuntivi, relativi all’immunità.
Via libera dell’Aula del Senato anche all’articolo 9 del ddl sulle riforme, relativo alla previsione dell’indennità parlamentare per la sola Camera dei deputati. L’indennità dei futuri senatori viene così esclusa. Il sì dell’Aula giunge con 193 voti favorevoli, 9 contrari e 8 astenuti.
La votazione di oggi si ferma all’articolo 9: è la proposta, accettata dai capigruppo, avanzata dalla relatrice Finocchiaro che, vista l’assenza del co-relatore Roberto Calderoli per il grave lutto familiare, sottolinea l’opportunità di fermare il dibattito in Aula prima dell’articolo 10 “poiché incontreremo il cuore del provvedimento sulle funzioni legislative del Senato”.
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avanti cosi ma non riesco a capire il perchè della immunita