Nel patto del Nazareno non è previsto nessuno “scambio”. Ad assicurarlo è il presidente del consiglio Matteo Renzi che respinge le accusa in un’intervista al quotidiano Repubblica: non ci sarebbe nessun “lato oscuro” del patto del Nazareno, nulla che non sia stato messo agli atti parlamentari. Il patto del Nazareno insomma non prevede la tanto discussa “legge ad personam” per Silvio Berlusconi.
Renzi ci tiene a chiarire questa e altre posizioni che il suo governo ha preso. A partire dal ruolo dell’Italia in Europa: “La ripresa è debole ma non siamo messi male: la Troika non arriverà e se mai ci fosse bisogno di una manovra non imporremo nuove tasse. E comunque rimarremo sotto il 3 per cento nel rapporto deficit-Pil”.
Renzi non si aspetta un “autunno caldo”, ma non vede tutto rosa: “So bene che la ripresa è fragile, come dice Draghi. L’eurozona cresce meno degli altri. L’Italia non ha invertito la marcia e non la invertirà con la bacchetta magica”.
All’Italia però mancano quasi 20 miliardi per far quadrare i conti: “Definire le cifre del 2015 è prematuro. Iniziamo col dire che non ci sarà manovra correttiva quest’anno, con buona pace dei Brunetta & company. Abbiamo un impegno di ridurre le spese di 16 miliardi, che vuol dire di circa il 2 per cento della spesa. Cercheremo di mantenerlo. In ogni caso non toccheremo le tasse: tutti i denari che servono verranno dalla riduzione della spesa. Ecco perché non mi interessa il nome del commissario alla spending, ma la sottolineatura che la spending è scelta politica – non tecnica – che dipende dalla politica”.
Il premier ovviamente ha parlato delle riforme: in aula riprende il dibattito sul ddl Boschi, e Renzi è stufo del braccio di ferro in scena al Senato. “Il presidente del Senato è stato troppo accondiscendente con le richieste delle opposizioni. Alcune scelte di Grasso ci sono parse sinceramente sbagliate“, ha ammesso “Ma non lo abbiamo attaccato perché abbiamo rispetto della seconda carica dello Stato e delle istituzioni. Il ‘canguro’ è uno strumento di decoro“.
Renzi comunque ha un’agenda precisa a conta di attuare tutto nei prossimi mesi. I temi per il premier sono due: “Primo. Il ritorno della politica: riforme costituzionali, legge elettorale, politica estera nel Mediterraneo e in Europa, la sfida educativa con scuola cultura e Rai, la spending che è operazione politica e non tecnica. Secondo. Un Paese più efficiente: fisco, giustizia, pubblica amministrazione, lavoro e SbloccaItalia. Il lavoro è già partito e i mille giorni saranno presentati entro il mese di agosto. Ma l’impianto complessivo possiamo costruirlo solo se c’è il passaggio preliminare delle riforme costituzionali”.