La tensione per il decreto Riforme è a livelli altissimi. Sembra esserci un uomo solo contro tutti: il presidente del Senato Piero Grasso viene preso di mira sia dalle opposizioni che dal suo partito. Secondo quanto riporta l’agenzia Agi, durante la riunione dei capigruppo i toni avrebbero raggiunto una frequenza critica, con la minaccia di Grasso di chiamare la polizia in caso di tumulti in aula.
Fulcro della discussione il voto sull’emendamento Candiano Bis, che Lega e Movimento 5 Stelle chiedevano di annullare. Ancora una volta il problema è il voto segreto: la ripresa dei lavori in aula in effetti è stata agitata. Da un lato Zanda e i democratici furiosi con Grasso, dall’altro le opposizioni che a suo di cori e interventi hanno convinto il presidente dell’Assemblea a sospendere, di nuovo, la seduta.
La giornata era iniziata sotto i peggiori auspici, con il Governo sconfitto in aula per 7 voti di scarto. Una votazione che ha riaperto nel Pd l’incubo dei “101 franchi tiratori”. Ma il premier Renzi, alla direzione del Pd, ha specificato che per lui non è quello il problema, specificando che la situazione “lascia l’amaro in bocca perché noi riconosciamo a chi dissente il diritto di farlo in piena libertà e franchezza”