Le organizzazioni sindacali e l’Eni hanno trovato un accordo sulla raffineria di Gela durante il tavolo convocato oggi al ministero dello Sviluppo, dopo che ieri si erano rotte le trattative. Lo si apprende da fonti sindacali.
Il protocollo di intesa firmato oggi rimuove le basi dello scontro tra azienda e sindacati: nel verbale si legge infatti che le parti riconoscono la validità degli accordi sottoscritti nel 2013 e nel 2014 relativamente ai siti di Gela e Porto Marghera e l’azienda si è impegnata ad avviare il processo di manutenzione e deve garantire la conservazione degli impianti e il ripristino dell’efficienza operativa della linea 1 anche attraverso il coinvolgimento dell’indotto.
Le parti sono d’accordo per iniziare ora un nuovo confronto sulla politica del gruppo per arrivare ad un nuovo accordo sulle prospettive industriali di Eni. Il prossimo incontro si dovrà tenere entro il prossimo 15 settembre, sempre al Ministero dello Sviluppo Economico.
Soddisfazione dei sindacati per l’accordo raggiunto con l’Eni su Gela e impegno comune per sviluppo e competitività. Questo quanto annunciano le segreterie nazionali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil in una nota congiunta. “Nella giornata di oggi – si legge nel comunicato – è ripreso il confronto con Eni relativo alle situazioni di Gela e di Porto Marghera, promosso dal Ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, dopo la rottura della trattativa di ieri sera. Le parti hanno condiviso un verbale d’incontro che impegna l’azienda al riavvio delle operazioni preliminari alla ripartenza della linea 1 della raffineria di Gela, anche attraverso il coinvolgimento dell’indotto, alla realizzazione degli investimenti relativi alla seconda fase del progetto di riconversione della Green Refinery di Porto Marghera nel rispetto e nei tempi previsti dagli accordi sottoscritti in luglio 2013 e in febbraio 2014. Eni/Versalis e le OOSS territoriali, inoltre, si attiveranno congiuntamente per valutare le problematiche legate all’AIA della CTE di Porto Marghera, che impediscono il riavvio del cracking, per individuare soluzioni volte a superare le criticità.
Al termine del tavolo odierno – si legge nella nota del ministero – è stato firmato un verbale in cui le parti hanno ribadito la validità e l’importanza degli accordi sottoscritti nel 2013 e 2014 relativamente ai siti di Gela e Porto Marghera. L’Eni ha illustrato uno scenario della raffinazione in Italia e in Europa in ulteriore peggioramento e in tale contesto ha predisposto un nuovo piano industriale per il rilancio e la riorganizzazione del sito di Gela. Ha inoltre confermato la realizzazione degli investimenti relativi alla seconda fase del progetto di riconversione della Green refinery di Porto Marghera nei tempi previsti dall’accordo e ha anche ribadito la strategicità del petrolchimico Versalis di Porto Marghera.
Nel dettaglio, le parti avvieranno un confronto sulle prospettive strategiche del sito Eni di Gela che si svilupperà in incontri che coinvolgeranno tutte le strutture sindacali territoriali. Il confronto terminerà entro la prima settimana di settembre. Il tavolo di confronto nazionale presso il Ministero dello Sviluppo economico verrà nuovamente convocato entro il 15 settembre. Eni si è impegnata a riprendere immediatamente il processo manutentivo che garantirà la conversazione degli impianti e il ripristino dell’efficienza operativa della linea 1 anche attraverso il coinvolgimento dell’indotto, nelle more che venga definito un progetto in grado di dare stabilità di lungo periodo al sito di Gela.
Sul fronte Versalis, il gruppo petrolifero e le organizzazioni sindacali territoriali si attiveranno per valutare le problematiche legate all’AIA della CTE di Porto Marghera che oggi impediscono il riavvio previsto del cracking, per individuare le soluzioni, tecnicamente e economicamente compatibili, che consentono di superare tale criticità. A fronte dell’auspicata condivisione del quadro industriale, il gruppo petrolifero e le organizzazioni sindacali avvieranno, a partire da settembre, il confronto per definire un nuovo protocollo di relazioni sindacali per la competitività e lo sviluppo delle attività.
Soddisfazione da parte del capo degli industriali siciliani, Antonello Montante: “È prevalso il grande senso di responsabilità di Eni, dei sindacati e della politica tutta. Quest’intesa, che mette al centro lavoratori, imprese e innovazione, siamo certi segnerà una svolta nell’avvio di un clima di fiducia che favorisca anche nuovi investimenti, salvaguardando l’occupazione e puntando su aziende sempre più competitive”.
Il sottosegretario allo Sviluppo Economico Simona Vicari ha analizzato la situazione: “L’esito positivo della vertenza su Eni Gela, che ha evitato la chiusura di un sito importante che avrebbe avuto gravi ricadute occupazionali sul territorio, apre ora scenari significativi che potranno contribuire al rilancio dell’area. A questo risultato si è giunti grazie all’impegno ed al ruolo di mediazione del Ministero dello Sviluppo economico ed in particolare del ministro Guidi, che è riuscita ad ottenere un accordo tra Azienda e rappresentanze sindacali anche quando ormai sembrava tutto perduto. La raffineria di Gela deve continuare a vivere, e deve evolvere sia nella direzione della raffinazione verde, sia in quella altrettanto importante di terminale di raccolta, trattamento e raffinazione delle importanti produzioni di idrocarburi locali, da tempo presenti sul territorio siciliano e con un grande potenziale di sviluppo”.
Intanto a Gela c’è una moderata soddisfazione, ma restano i blocchi. I lavoratori che da quasi un mese presidiano le vie di accesso al petrolchimico non si fidano e non intendono rimuovere i blocchi, malgrado un apposito invito del sindaco, Fasulo. Vogliono conoscere nel dettaglio i termini dell’intesa siglata al ministero dello sviluppo economico. “Da qui non ci muoviamo” dicono con fermezza le maestranze, “l’Eni è inaffidabile, abbiamo subito troppi inganni”. Le segreterie territoriali, invece, salutano positivamente l’accordo perché giunto dopo una rottura che sembrava insanabile e perché rimuove le basi dello scontro tra azienda e sindacati. Nel verbale si legge infatti che le parti riconoscono la validità degli accordi sottoscritti nel 2013 e nel 2014 relativamente ai siti di Gela e Porto Marghera, ovvero gli stessi accordi che l’azienda aveva strappato unilateralmente il 2 luglio scorso.