La tensione a Palazzo Madama è palpabile. Dopo i litigi sul sul cosiddetto “canguro”, la prassi consente di saltare tutti gli emendamenti simili ad un altro che viene bocciato dall’aula, il voto riprende.
La giunta si era riunita per chiarire l’interpretazione da dare alla norma: con 10 voti a favore e 4 contrari, l’utilizzo del “canguro” è stato approvato. Già martedì il “canguro” era stato applicato, consentendo così il superamento di 1.400 emendamenti. L’ira dei gruppi di opposizione si è scatenata soprattutto sul presidente del Senato Pietro Grasso, reo di avere applicato la procedura con troppa “disinvoltura”.
I senatori del Movimento 5 Stelle sono quelli che esprimono il loro dissenso in modo più fantasioso. Maurizio Buccarella come segno di protesta ha fatto passare sui banchi dell’Aula un canguro di peluche. Ovviamente il gesto ha attratto l’attenzione del presidente Grasso che ha fatto subito posare il pupazzo.
Matteo Renzi intanto è presidente del Consiglio da 150 giorni e il bilancio dei primi mesi di vita del suo governo non può che inciampare sulle vicende legate al ddl Riforme e sull’impasse che si sta vivendo al Senato, con solo cinque emendamenti votati. Il premier nel tardo pomeriggio ha twittato: “Hanno finito il tempo, noi abbiamo finito la pazienza”.
#mentreloro hanno finito il tempo, noi non abbiamo finito la pazienza. Grazie ai senatori che stanno sostenendo questa riforma #lavoltabuona
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 30 Luglio 2014
“In queste ore i senatori che sostengono la riforma e che stanno subendo l’ostruzionismo di una piccola parte dei loro colleghi stanno dimostrando il senso delle istituzioni più straordinario che si possa chiedere”, scrive nella sua e-news sull’attività di governo Renzi, assicurando “Approveremo la riforma in prima lettura, nonostante le urla e gli insulti di queste ore”.
Il premier dunque non getta acqua sul fuoco, anzi decide di parlare anche della riforma elettorale: “Modello legge elettorale dei sindaci: un vincitore – eventualmente con ballottaggio – che ha i numeri per governare. Se non governa è colpa sua, non ha alibi. L’Italicum va in questa direzione. È stato già approvato alla Camera. Sarà modificato dal Senato e diventerà legge definitivamente”.
“Proporrò all’Ufficio di presidenza della commissione Affari costituzionali di calendarizzare, immediatamente alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, il disegno di legge di riforma della legge elettorale”, ha dichiarato, Anna Finocchiaro, presidente della Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, facendo eco al pensiero del premier.
Renzi poi spiega le ragioni che spingono il governo ad andare avanti con questa maratone: “Le riforme non sono il capriccio di un premier autoritario. Ma l’unica strada per far uscire l’Italia dalla conservazione, dalla palude, dalla stagnazione che prima di essere economica rischia di essere concettuale. Io non lo lascio il futuro ai rassegnati. Questa è la volta buona, costi quel che costi”.
Il premier dedica una parte del bilancio dei 150 giorni di attività del suo governo all’Unione Europea: “Il messaggio di Juncker di più flessibilità e l’annuncio dei nuovi investimenti per 300 miliardi sono ottimi primi passi e una innegabile vittoria delle proposte italiane. Adesso vigileremo perché dalle parole si passi ai fatti”.