Beni per un valore di circa 100 milioni di euro sono stati confiscati dagli uomini della DIA di Catanzaro a Pietro Citrigno, noto imprenditore cosentino, sottoposto a detenzione domiciliare dopo una condanna definitiva a quattro anni ed otto mesi di reclusione per il reato di usura aggravata nell’ambito del processo “Twister”.
Gli investigatori dell’antimafia calabrese in occasione dell’attività di esecuzione del primo provvedimento avevano raccolto elementi significativi che confermavano la riconducibilità del “Centro Clinico San Vitaliano” di Catanzaro all’imprenditore del capoluogo bruzio, attraverso le due società Meridiana srl e Riace srl, soggette a sequestro, proprietarie delle quote della citata struttura sanitaria.
Oltre alla clinica catanzarese le risultanze raccolte e rappresentate al Tribunale di Cosenza avevano determinato l’emissione di un successivo provvedimento di sequestro, emesso in data 26 febbraio scorso, che interessava ulteriori beni ricompresi nel compendio aziendale delle società Meridiana e Riace, il cui sequestro rappresentava un’estensione del primo provvedimento.
Oggi gli uomini della DIA hanno confiscato quei beni, in esecuzione di un provvedimento di confisca disposto dalla medesima autorità giudiziaria che ha ricompreso nel provvedimento ablativo anche il “Centro Clinico Ortensia” di Cosenza.
Fondamentalmente l’attuale provvedimento di confisca, ad estensione dei precedenti sequestri, che consideravano il 2005, individua il limite temporale del 2010 per quanto riguarda la ritenuta sussistenza della pericolosità sociale di Citrigno e dell’illegittima provenienza dei beni acquisiti dallo stesso e dai propri familiari sulla base della sproporzione fra i redditi dichiarati e gli investimenti realizzati.