“Tutti i tentativi di mediazione e di sospensione sono stati vani”: la conferenza dei capigruppo convocata dal presidente del Senato Grasso non ha dato i frutti sperati dal senatore dissidente del Pd Vannino Chiti, che aveva proposto la riduzione degli emendamenti in cambio dello slittamento del varo per settembre.
Si torna dunque al punto di partenza, con gli emendamenti che vengono votati in Aula, con tanto di bocciatura di uno di quelli di Sel sull’articolo 1 del ddl Boschi. Il presidente Grasso esprime una certa perplessità alla ripresa dei lavori: “Devo prendere atto con rammarico che dobbiamo riprendere con le votazioni”.
A chiudere la porta alla “soluzione” di Chiti è stata Sinistra, ecologia e libertà che pur apprezzando la proposta di Chiti ha definito “irricevibile” le condizioni del Renzi, che voleva il ritiro di tutti gli emendamenti per ripartire con la discussione. Sel vuole continuare la battaglia fino al referendum confermativo.
Dopo la proposta di Chiti era stato Grasso a tentare di avvicinare le parte, nella speranza di iniziare l’esame del ddl costituzionale dall’articolo 3, accantonando così i nodi della composizione, dell’elezione e delle competenze del Senato. Ma al momento i lavori proseguono da calendario.
Le leggi che riguardano “la composizione del Parlamento promuovono l’equilibrio tra donne e uomini nella rappresentanza”. Approvato l’emendamento Pd sulla parità di genere al ddl costituzionale: in Aula sono 277 i sì, 1 no e 7 astenuti. È la prima proposta di modifica che passa.
I toni però restano sempre gli stessi, anzi: l’ostruzionismo a oltranza si trasforma in bagarre, con urla e proteste, soprattutto dai banchi del Movimento 5 Stelle. “
Al suon di “Non si può, non si può”, Grasso infuriato sospende la seduta e quando le acque si calmano si torna a votare. Ma la situazione è tesissima, il presidente del Senato avverte subito che non tollererà oltre i cori da stadio. Intanto il Senato ha dato l’ok al voto per parti separate all’emendamento di Sel sulle minoranze linguistiche che prevedevano anche l’elezione diretta del Parlamento.
A scrutinio segreto, l’Aula ha respinto l’Emendamento di Sel. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti intanto ha specificato che sulle riforme “si va avanti anche dopo l’8 agosto”.
Nel tardo pomeriggio, il ministro per le Riforme Boschi è intervenuta nello scontro tra Pd e Sel affermando: “Gli italiani non si meritano le scene viste oggi in Senato. Noi non possiamo cedere al ricatto dell’ostruzionismo”. Dal canto suo Nichi Vendola su Twitter attacca Lotti, con tanto di hashtag#lottistaisereno.
#Pd rompe in tutta Italia alleanze con #Sel.La svolta politica più veloce del mondo.Come tweet di Palazzo Chigi.La svoltina #lottistaisereno
— Nichi Vendola (@NichiVendola) 29 Luglio 2014
Anche Matteo Renzi dice la sua sulla vicenda, sempre più complessa. Con il rischio che i lavori proseguano fino a Ferragosto, il premier ricorda: “Manteniamo le promesse senza paura. Non ci facciamo ricattare da nessuno. Stiamo facendo le riforme perché la politica e i politici devono cambiare e le sceneggiate di oggi dimostrano che alcuni senatori perdono tempo per paura di perdere la poltrona”.