Con la Costa Concordia ormai al sicuro nel porto di Genova, possono riprendere le operazioni di ricerca dell’ultimo disperso, il 32enne indiano Russell Rebello. L’uomo era inserviente sulla nave da crociera e il suo corpo potrebbe trovarsi sott’acqua, incastrato in uno dei ponti ancora sommersi.
I vigili del fuoco e i sommozzatori indicheranno le zone in cui sono state già effettuate le ricerche per fare una ricognizione mirata e si inizierà a valutare, con una serie di riunioni, come procedere per le ricerche del corpo del disperso, che sul luogo del naufragio all’Isola del Giglio non hanno dato esito positivo.
E sono iniziate anche le operazioni propedeutiche allo smantellamento della Concordia, come la sistemazione delle panne antisversamenti e la realizzazione delle passerelle per i collegamenti con la banchina.
Migliaia di oggetti, arredi, impianti, infissi saranno catalogati, smontati e sbarcati seguendo un criterio base per dividerli: da una parte quelli da eliminare, dall’altra quelli da riciclare. L’acciaio sarà completamente riciclato: lo scafo sarà tagliato a pezzi di varie dimensioni e poi fuso in altoforno per potere essere poi riusato. Analogo destino per i pezzi metallici dei giganteschi motori diesel che, essendo rimasti sommersi per mesi, saranno in pessime condizioni. Niente recupero, dunque, ma riuso del metallo.
Gli arredi e gli oggetti di bordo – come rubinetti e gabinetti, fiches del casinò e posate dei ristoranti, quadri, lenzuola e materassi – sono tra le parti più appetibili per eventuali cacciatori di cimeli. Il loro destino sarà deciso durante la catalogazione: spetta alle ditte diventate oggi proprietarie della nave e riunite in consorzio – Saipem e San Giorgio – decidere la loro destinazione finale. Ma l’impegno per evitare che pezzi della Concordia possano diventare macabri souvenir sarà massimo garantiscono dalla banchina.