Silvio Berlusconi con una lettera pubblicata da Il Giornale, parla a tutti i leader del centro destra. “Cari amici – scrive il Cavaliere – una semplice lettura dei più recenti risultati elettorali è sufficiente per cogliere un dato di assoluta evidenza: in Italia centrodestra e centrosinistra sono competitivi, e quindi è possibile un bipolarismo maturo, di tipo europeo, solo se il centrodestra è capace di darsi un assetto unitario”.
“Sono convinto che sia giunto il momento di riprendere, per gradi e nel rispetto delle storie di ciascuno, la strada – continua a spiegare il leader di Forza Italia – per costruire non un cartello elettorale, che non servirebbe a nulla, ma una piattaforma politica comune in vista delle prossime scadenze elettorali”.
Il Cavaliere nella sua lettera fa un appello per ripartire al di là di ogni pretesa di primogenitura e accordo ai vertici con l’auspicio che sia la basa a dare la svolta al centro destra. “So benissimo – scrive Silvio Berlusconi – che fra noi ci sono delle differenze, anche significative, di linguaggio, di metodo e di contenuti. È naturale che sia così: non siamo lo stesso partito e non immaginiamo di diventarlo. Tuttavia queste differenze non escludono un minimo comun denominatore, che è il nostro tratto distintivo rispetto alla sinistra: la centralità della persona, dell’uomo, del cittadino rispetto allo Stato, la richiesta pressante di uno Stato più leggero e quindi anche più efficiente, che imponga meno tasse e meno burocrazia e garantisca più libertà”.
Berlusconi poi lancia il suo appello, come una sfida a tutti i leader del centro destra per affrontare il futuro politico dello schieramento di cui è stato leader per oltre venti anni: “Tutto il resto, contenuti specifici, linguaggi, insediamenti elettorali, è importante ma viene dopo. E ancora dopo vengono le questioni di leadership, di candidature,di liste o di organigrammi. – conclude il Cavaliere – Questo è il punto d’arrivo, non quello di partenza, di un percorso lungo e graduale, che abbiamo il dovere di intraprendere”.