Il governo Renzi ci ricasca: il ministro per le riforme, Maria Elena Boschi, pone la questione di fiducia al decreto per la competitività. L’Aula del Senato, in una pausa nella discussione sulle riforme costituzionali, ha ripreso questa mattina l’esame del decreto che è composto da 34 articoli e che deve passare al più presto alla Camera. Scade infatti il 22 agosto. Boschi ha annunciato che il maxi emendamento riprende il testo uscito dalle commissioni.
Dalle novità sull’Ilva a quelle sui rifiuti di Roma e sul cosiddetto “spalma-incentivi”: sono molte le modifiche al testo approvate dalle commissioni Ambiente e Industria del Senato durante un lungo rush finale per il via libera al decreto.
Il disegno di legge si occupa della vicenda Ilva e prevede la figura del subcommissario ad hoc con poteri speciali per il piano di risanamento ambientale e le risorse sequestrate ai Riva potranno essere destinate all’azienda.
In merito alla vicenda rifiuti nel Comune di Roma, sono previsti più poteri al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al sindaco di uno dei comuni del Lazio sulla gestione dei rifiuti che “per motivi di eccezionale e urgente necessità” possono “adottare ordinanze contingibili e urgenti” compresa la requisizione in uso degli impianti.
E arrivano ritocchi anche alla norma cosiddetta “spalma-incentivi” che ha l’obiettivo di ridurre le bollette energetiche per le Pmi: vengono rimodulate le percentuali dei tre scaglioni, abbassate di un punto ognuna. Le imprese, inoltre, avranno due mesi di tempo in più per far certificare i crediti che vantano nei confronti della pubblica amministrazione. Viene spostata al 31 ottobre la data entro la quale le aziende dovevano presentare l’istanza di certificazione.