Meno male. È stata clamorosamente smentita la notizia – diffusa nelle ultime ore da molte agenzie di stampa e quotidiani – di un decreto che prevedeva l’obbligo per tutte le donne dello Stato islamico (Isis) di essere infibulate. La notizia che aveva suscitato commenti e reazioni indignate, è dunque derubricata a “bufala” del web, della cui pubblicazione comunque ci scusiamo.
Purtroppo non sempre è agevole verificare l’esattezza della notizia anche perchè i responsabili della cattiva informzione hanno messo in giro un documento apparentemente credibile ma poi risultato essere un falso clamoroso.
Il decreto promulgato dall’autoproclamato “Califfo” Abu Bakr al Baghdadi, è stato adesso ritenuto realizzato “in modo approssimativo”, secondo quanto riportato da AnsaMed, la sezione dell’agenzia di stampa italiana relativa alle notizie proveniente dal bacino del Mediterraneo, che ha anche lanciato la notizia.
Il decreto, che risultava essere irreperibile, presentava diversi errori ortografici ed incoerenze religiose: l’infibulazione, un cruente intervento che prevede la mutilazione dei genitali femminili al fine di non provare piacere, non appartiene infatti alle pratiche tradizionali della tradizione islamica e, inoltre, nonostante il documento fosse datato 21 luglio 2013, citava Baghdadi come “califfo” e “nostro signore principe dei credenti” (si è autoproclamato califfo il 29 giugno 2014, ndr).