Una maxi truffa ai danni dello Stato legata al mondo dell’ippica, grazie a società ‘schermo’ che avrebbero consentito di ottenere contributi pubblici, per svariati milioni di euro, a soggetti non aventi diritto a causa di debiti con l’Erario. È il quadro delineato da un’inchiesta della guardia di finanza di Firenze, coordinata dal pm fiorentino Giulio Monferini, che in queste ore sta portando all’esecuzione in Toscana, Campania, Lazio e Sicilia, di un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di beni per un equivalente di 57 milioni di euro.
L’indagine, si spiega in una nota della Gdf, vede coinvolti “imprenditori impegnati nella gestione degli ippodromi di Firenze, Roma e Napoli”. Secondo quanto spiegato dalla fiamme gialle, gli imprenditori avrebbero ottenuto denaro pubblico aggirando una norma, entrata in vigore nel gennaio del 2008, che prevede “l’obbligo per gli enti erogatori (tra i quali anche l’Unire) di verificare le posizioni debitorie dei soggetti beneficiari di contributi pubblici” presso Equitalia, in modo da consentire l’accesso ai fondi “solo a società che siano in regola con il pagamento delle imposte e dei contributi”.
La truffa, spiega ancora la Gdf, consisteva nella creazione di una serie di società ‘schermo’, su tutto il territorio nazionale, “per non fare apparire, nella procedura di assegnazione dei fondi pubblici, quei soggetti giuridici che nel tempo avevano accumulato cospicui debiti nei confronti dell’Erario”. In questo modo sarebbero stati percepiti indebitamente i contribuiti per circa un quinquennio, somme tra l’altro, per l’accusa, “solo in minima parte utilizzate per la gestione degli immobili e lo sviluppo dell’attività ippica”.