’Ndrangheta, infiltrazioni nella gestione dei rifiuti | Arrestate 24 persone a Reggio Calabria /FT /VD

di Redazione

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’Ndrangheta, infiltrazioni nella gestione dei rifiuti | Arrestate 24 persone a Reggio Calabria /FT /VD

| martedì 22 Luglio 2014 - 08:19

Dalle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del ROS e del Comando Provinciale di Reggio Calabria stanno eseguendo, in Calabria, Veneto e Francia, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del locale Tribunale, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia reggina, nei confronti di 24 indagati per associazione mafiosa, turbata libertà degli incanti, intestazione fittizia di beni e sottrazione di cose sottoposte a sequestro, con l’aggravante delle finalità mafiose.

LE FOTO DEGLI ARRESTATI

Al centro delle indagini del ROS, le infiltrazioni della ’ndrangheta nel settore degli appalti ecologici, nel cui ambito sono stati accertati gli accordi tra le cosche reggine per la spartizione degli enormi profitti derivanti dalla gestione fraudolenta delle discariche regionali.

Documentato, anche, il controllo da parte degli indagati di imprese già sequestrate alla cosca, mediante la complicità di un amministratore giudiziario, anch’egli destinatario di un provvedimento restrittivo. Sul fronte patrimoniale, sono stati sottoposti a sequestro beni aziendali e quote societarie per un valore complessivo di 18 milioni di euro.

È stato arrestato in Francia l’imprenditore Matteo Alampi e la moglie maria Giovanna Siclari, mentre si trovavano in una località della costa azzurra. Subito dopo la scarcerazione nel marzo scorso, al termine di un periodo di detenzione per associazione mafiosa, Alampi si era trasferito a Villefranche Sur Mer, per sottrarsi alla notifica della sorveglianza speciale.

La polizia giudiziaria di Nizza ed il ros lo hanno rintracciato, notificadogli il mandato di arresto europeo emesso dalla procura distrettuale antimafia di reggio calabria, per associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni.

Matteo Alampi è ritenuto la mente imprenditoriale dell’organizzazione criminale, già capeggiata dal padre Giovanni Alampi, quest’ultimo tratto in arresto nel 2010 nel corso dell’operazione “Il crimine”, che ne aveva delineato il ruolo di capo del “locale” di Trunca, attivo nell’omonima frazione del capoluogo reggino.

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