Dal 2010 a oggi i docenti italiani hanno cumulato ciascuno una perdita di 8.817 euro, pari a 80 euro al mese (-10,3%), a causa del mancato rinnovo del contratto: è quanto emerge da una ricerca della Flc-Cgil e del Dipartimento politiche economiche della Cgil su compensi e ore di lavoro dei docenti italiani, presentata oggi, 21 luglio, a Roma.
Le retribuzioni nella scuola, secondo i dati elaborati dal sindacato, sono le più basse di tutti i settori lavorativi e l’Italia è al 31esimo posto, cioè terzultima, negli investimenti sull’istruzione tra i paesi Ocse. Lo stipendio medio annuo di un docente con oltre 15 anni di carriera va da 32.833 dollari lordi per la scuola dell’infanzia, a 36.725 dollari lordi per la scuola superiore: a paragone, la media Ocse è rispettivamente di 39.569 e 45.478.
In quanto ai compensi agli insegnanti, l’Italia si trova al 24esimo della classifica Ocse: “Il dimezzamento dei fondi per il miglioramento dell’offerta formativa – ha denunciato il sindacato – costringe i docenti a rendere gratis metà delle loro prestazioni pur di attuare i Pof (piani dell’offerta formative) di istituto”.
Riguardo alle ore lavorate, quelle svolte dai professori italiani “sono nella media dei paesi Ocse”, ma comunque maggiori rispetto a quelle della Finlandia e della Francia: “Non sono d’accordo a toccare il numero di ore frontali previste per gli insegnanti – ha affermato Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil – bisogna far emergere il sommerso, cioè tutte le altre ore lavorate, e farlo contrattualmente. Mettiamo in campo la possibilità di un oraro potenziato, per rispondere alle esigenze che le scuole hanno per far svolgere compiti aggiuntivi, ma siano su base volontaria e retribuite”.