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Insegnante licenziata dalle suore perché lesbica | Giannini: “Agiremo con la dovuta serietà”

A breve avrebbero dovuto rinnovarle il contratto da insegnante, ma è stata licenziata, ufficialmente per motivi legati all’organico della scuola, ufficiosamente perché la maestra in questione è lesbica: a portare alla luce il caso di discriminazione all’istituto “Sacro Cuore” di Trento sono stati alcuni rappresentanti locali della lista Tsipras.

L’insegnante è stata convocata nei giorni scorsi dalla direttrice dell’istuto, la madre superiora Eugenia Libratore, ma arrivata negli uffici non le hanno permesso di accedere alla segreteria, facendola accomodare nella saletta di ricevimento: “Evidentemente quell’incontro non doveva avere testimoni – ha raccontato la donna – La direttrice mi ha fatto i complimenti per il mio lavoro, ma poi mi ha spiegato che c’era un problema: le voci che circolavano sul mio conto. Ho capito subito che si riferiva al mio orientamento sessuale. Mi ha chiesto semplicemente di smentirle, in cambio l’istituto avrebbe chiuso un occhio. Mi ha chiesto se è vero che ho una compagna: le ho risposto che sono cose che attengono alla mia sfera privata, estranee alla mia professione, che la mia vita sessuale e sentimentale non può essere oggetto di una discussione. Sapevo che il mio contratto sarebbe scaduto – ha proseguito – non ho pensato ad impugnare il provvedimento, anche perché non volevo più avere nulla a che fare con un istituto che ha una posizione così scorretta, omofoba, fuori dalla Costituzione”.

La direttrice ha affermato in risposta: “Le ho detto che avevo saputo di quelle voci, che speravo fossero solo dicerie, perché devo tutelare l’ambiente scolastico. Dovendo scegliere un’insegnante per una scuola cattolica, devo fare valutazioni anche dal punto di vista etico morale. Qui ci sono mille studenti, il nostro istituto ha una sua caratteristica, aspetti educativi e orientativi propri: dobbiamo difenderli, a tutti i costi. È stato tutto stravolto – ha proseguito – Se sei gay, sono certamente affari tuoi. Sono venuti dei genitori gay per chiedere informazioni per iscrivere i loro figli e hanno avuto informazioni e consenso. Non vedo il problema. D’altra parte io adesso ho ogni giorno genitori di allievi che vengono a chiedermi chi fosse l’insegnante, se è quella dei loro figli, preoccupati. Tutto perché la verità è stata stravolta”.

Sara Ferrari, assessore provinciale alle Pari Opportunità, ha evidenziato come l’ordinamento italiano vieti licenziamenti su base discriminatoria legati all’orientamento sessuale del lavoratore, e dello stesso parere sono le associazioni Arcilesbica, Agedo, Equality e Famiglie Arcobaleno, che hanno chiesto al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini di intervenire, “per restituire all’insegnante offesa la sua dignità di persona. In una Repubblica democratica ‘fondata sul lavorò – si legge in una nota delle associazioni – non rinnovare l’incarico a una persona per la sua presunta omosessualità rappresenta l’equivalente simbolico di un’esecuzione dopo processo sommario e stupro”.

Il ministro Giannini ha risposto tramite una nota diffusa ieri, 20 luglio: “In queste ore sto raccogliendo gli elementi utili a comprenderne tutti gli aspetti. Laddove ci trovassimo di fronte ad un caso legato ad una discriminazione di tipo sessuale – conclude Giannini – agiremo con la dovuta severità”.

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