La zanzara tigre è portatrice di un virus chiamato chikungunya, che causa in alcuni casi causa persino la paralisi: i primi casi di infezione si sono verificati in Asia e in Africa, ma si sta diffondendo molto rapidamente anche nella zona dei Caraibi e Puerto Rico, il cui Dipartimento della Salute ha evidenziato nel suo rapporto settimanale che dallo scorso 25 giugno sono stati registrati 182 casi di infezione dal virus e oltre 503 casi sospetti.
Nei Caraibi il chikungunya ha già causato alcune decine di morti, nonostante non sia mai stata accertata la letalità dell’infezione, e altri due casi sono stati segnalati in Florida, probabilmente causati dalla migrazione delle zanzare in quanto non è ancora stata dimostrata una possibile trasmissione tra le persone.
I sintomi dell’infezione sono generalmente febbre alta, dolori muscolari e articolari molto intensi, mal di testa e in alcuni rari casi paralisi: National Geographic sostiene che nella Repubblica Dominicana il virus abbia già colpito 250 mila persone e non è lontana l’ipotesi che le zanzare tigre portatrici possano arrivare anche in Europa.
Le Autorità sanitarie di tutto il mondo hanno già avvisato i viaggiatori dei pericoli a cui si può andare incontro visitano i Paesi a rischio, soprattutto in questo periodo in cui il flusso turistico tocca i picchi massimi.
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Anche i Comuni con i loro uffici amministrativi hanno la colpa della diffusione della zanzara tigre perchè non effettuano periodicamente la bonifica ambientale contro tale insetto. Grazie all'ignoranza dei più, ci troviamo ad affrontare anche questo importante problema di salute pubblica come se non ci bastassero gli altri.
Basta poco!!!
Anche questo è uno dei grandi benefici della globalizzazione. Fosse l'unico! Da anni mi occupo di problemi legati agli insetti introdotti in continenti diversi da quello originale. Tarlo asiatico, tripidi, coleotteri diversi, ecc. specie che provocano danni per miliardi di euro. Danni molte volte impalpabili ma che ci colpiscono quotidianamente con la riduzione della biodiversità, maggiori costi di produzione, inquinamento ambientale ecc ma nella rincorsa verso un mondo globale, accecati da una pubblicità esasperante non badiamo più a quanto quotidianamente ci impoverisce.