“Mi metto a disposizione, ho sempre fatto il regista in campo e ora vorrei essere il regista del cambio di marcia”. Con queste parole Demetrio Albertini, vicepresidente della Figc, ha annunnciato ufficialmente la sua candidatura alla presidenza della Federcalcio.
Un trascorso da grande centrocampista al Milan, poi la carriera da dirigente per cambiare il sistema calcio italiano. “I vivai devono essere i punti di forza: bisogna far esordire in Serie A più giovani, e prima – aggiunge Albertini – Mi metto a disposizione per le persone che lo hanno chiesto e per il rispetto che ho nei confronti di chi lavora per cambiare le cose”.
Per Albertini il modello da seguire deve essere quello del calcio tedesco, capace di puntare sui giovani senza però limitare l’arrivo di giocatori stranieri: “La nostra Serie A deve attingere dai vivai, se non dovessimo riuscirci, difficile proporre qualsiasi modello sportivo. L’obiettivo è di fare come i tedeschi, loro senza regole hanno il 36% degli stranieri, mentre noi siamo al 54%”.
Albertini e Tavecchio, due modi alternativi di concepire e di gestire la Federcalcio: “Con grande rispetto ho parlato con Tavecchio. Se non riceve la candidatura dalle altre componenti che ha sbandierato, magari significa che il sistema sta cercando altro – continua Albertini -. Mi metto a disposizione, però non escludo anche altre soluzioni”.
Infine una battuta sul nuovo c.t e sulle possibilità di essere eletto nuovo presidente della Figc: “Non entro nei meccanismi politici di ‘un voto in più, uno in meno’ – chiosa Albertini – Oggi mancano fede, costanza e pazienza. Il nuovo c.t? Allenare il club è diverso che allenare la Nazionale”. Antonio Conte è avvisato.
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